Se ne parlava da qualche settimana, ma ora la notizia è ufficiale: con una “lettera di intenti” (LOI) indirizzata nei giorni scorsi al governo francese e ai cantieri Naval Group, l’Argentina ha messo nero su bianco la volontà di riattivare la propria componente subacquea, di fatto azzerata dalla catastrofica perdita del sottomarino SAN JUAN, nel 2017.
Con la trattativa avviata con Parigi, l’Armada ha infatti deciso di puntare sull’acquisizione di 3 sottomarini tipo SCORPENE, in una variante simile a quella adottata dalla Marina Brasiliana con la classe RIACHUELO. Argentina e Brasile cooperano da lungo tempo in ambito navale, e per i nuovi battelli Brasilia ha creato un polo produttivo e manutentivo cui si potrebbero appoggiare anche gli eventuali sottomarini “gemelli” argentini.
Un passo importante, per una Marina di fatto ferma, in materia di nuove acquisizioni, agli anni ’80, con la (limitata) eccezione dei pattugliatori tipo GOWIND, consegnati sempre da Naval Group tra 2019 e 2022. Inoltre, come accennato, da anni ormai l’Armada è priva di sottomarini funzionanti, con un crescente impoverimento per una componente attiva sin dal 1933 (quanto erano entrati in servizio 3 battelli costruiti dall’italiana Tosi di Taranto), e che mezzo secolo più tardi aveva anche partecipato alla guerra delle Falkland del 1982, accumulando una importante esperienza operativa.
La cronica crisi economica, che dalla fine degli anni ’90 ha perseguitato l’Argentina, ha gradualmente degradato l’Armada: e la tragica perdita del SAN JUAN, da poco ammodernato e affondato con l’intero equipaggio, ha comportato nell’arco di pochi mesi il ritiro dal servizio attivo del gemello SANTA CRUZ, congelandone il MLU, e del più vecchio SALTA, costruito nel 1971-1973. Ufficialmente, i 2 battelli risultano in riserva, ma vengono impiegati solo per limitate attività addestrative stazionarie.
Non sono andati in porto i progetti, ambiziosi e velleitari, mirati a completare altri 2 SANTA CRUZ rimasti incompleti dal 1994 presso i cantieri Domecq García di Buenos Aires, e per i quali si era addirittura parlato di trasformarli in battelli AIP o nucleari; né d’altra parte si è proceduto ad acquistare 2 o 3 sottomarini Type-209/1400 brasiliani, costruiti negli anni ’80-’90 e disarmati nel 2023.
Negli ultimi mesi, infatti, l’Armada ha deciso di puntare su unità di nuova costruzione e allo stato dell’arte, con un primo approccio verso TKMS, per i Type-209NG, cui però è stata preferita l’offerta francese. Ora si tratterà di trovare la quadra per il piano economico, visto che ogni battello costa circa 700 milioni di dollari, e per tutto il pacchetto comprendente armi e supporto il governo argentino ha messo a bilancio per il 2025 circa 2,3 miliardi, attivando dei prestiti. Sul piano industriale, l’Argentina è anche interessata a ottenere parte del lavoro per i propri cantieri, magari per sezioni da realizzare localmente.
Rispetto alla variante brasiliana, i battelli argentini potrebbero essere dotati di solo 4 tubi di lancio da 533 mm, per 18 armi tra siluri e missili antinave; stringente la tempistica, poiché si punta ad arrivare al contratto entro il 2025, e completare il programma in 7-8 anni.
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