RIVISTA ITALIANA DIFESA
Gaza, gli Israeliani entrano ad Al Shifa 15/11/2023 | Pietro Batacchi

Stanotte le forze israeliane sono entrate nell’ospedale di Al Shifa con forze speciali del Sayeret MATKAL e unità dell’89ª Brigata Commando, appoggiate da carri MERKAVA. L’operazione, ancora in corso, non sembra aver incontrato una resistenza significativa.

Alcune fonti riportano l’uccisione di 5 miliziani palestinesi fuori dal complesso e il ritrovamento di armi, munizioni e “risorse” appartenenti ad Hamas: al momento nessuna notizia sulla presenza di ostaggi e di Yayia Sinwar e Mohamed Deif, i leader dell’organizzazione. Ma su questo vi daremo aggiornamenti nel corso della giornata.

Intanto proseguono le attività militari delle IDF nel resto di Gaza City: ieri i 2 tronconi della tenaglia, l’uno proveniente lungo la costa da nord, e l’altro lungo la costa da sud si sono riuniti nel quartiere di Rimal. Al momento la striscia occidentale di Gaza City, compreso il campo di Al Shati, è sotto il controllo dell’Esercito Israeliano che, a questo punto, potrebbe puntare verso l’area centrale e orientale (quartiere di Shushayia) della città.

Nel resto del nord della Striscia la situazione è più o meno la stessa: gli Israeliani sono nei sobborghi settentrionali di Beit Hanoun e restano ancora fuori da Jabalyia e Beit Lahia (dove starebbero cercando di penetrare da ovest), mentre in tutta l’area settentrionale nei pressi della linea di confine stanno realizzando con il Genio apprestamenti e postazioni, preparandosi evidentemente a controllare l’area nel prossimo futuro. Le IDF hanno comunicato che altri 2 soldati israeliani sono caduti – portando il totale dall’avvio dell’invasione a 48 – e altri 4 sono rimasti gravemente feriti – il numero dei feriti è molto alto: già attorno ai 400.

Dunque, la guerra continua. Il Ministro della Difesa israeliano Galant ha affermato che per “pulire” Gaza potrebbe volerci un anno: oltre ad una buona parte del nord, tuta l’area centro-meridionale è ancora sotto il controllo delle varie milizie palestinesi. Del resto Hamas come la Jihad Islamica sono organizzazioni con una struttura ampiamente diffusa e de-centralizzata con pedine addestrate e abituate a muoversi e combattere in autonomia anche in assenza di ordini: per cui, se anche dentro Al Shifa ci fossero veramente Deif e Sinwar, la situazione non cambierebbe di molto. Del resto lo abbiamo visto pure in Iraq: la guerriglia è abbondantemente sopravvissuta alla morte di Saddam Hussein adattandosi e cambiando molte volte faccia.

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