RIVISTA ITALIANA DIFESA
Intervento in Yemen 27/03/2015 | Michele Taufer

Nella tarda serata di mercoledì 25 marzo 2015, su ordine del Re Saudita Salman bin Abdulaziz, la Royal Saudi Air Force ha iniziato le operazioni aeree nei confronti delle milizie Houthi in territorio yemenita, dando il via all’Operazione DECISIVE STORM. Accanto all’Arabia Saudita operano a vario titolo altri 9 Paesi: Marocco, Egitto, Sudan, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Bahrein, Kuwait, Giordania e Pakistan. Il contingente più cospicuo è naturalmente quello saudita: circa 150.000 uomini e mezzi sono attualmente ammassati al confine yemenita, mentre l’aeronautica schiera un totale di 100 velivoli. Completano il dispositivo anche gli assetti navali della Royal Saudi Navy. Quasi sicuramente i primi attacchi sono partiti dalla base area Khamis Mushayt, situata proprio in prossimità del confine con lo Yemen dove è rischierato il Wing 5 su cacciabombardieri F-15S. Oltre che sugli F-15S e sugli F-15C da superiorità aerea le Forze saudite possono contare anche su EUROFIGHTER THYPHOON e TORNADO IDS. Il Marocco contribuisce alle operazioni aeree con 6 velivoli, al pari della Giordania (entrambi con F-16 FIGHTING FALCON), il Sudan schiera invece 3 aeromobili mentre Kuwait e Bahrein 15 caccia ciascuno (rispettivamente F/A 18 HORNET ed F-16 FIGHTING FALCON). Concludono Qatar, con 10 caccia (MIRAGE 2000) ed Emirati Arabi uniti con ben 30 velivoli (F-16 BLOCK 60 DESERT FALCON) mentre Egitto e Pakistan (entrambi con F-16) forniscono anche supporto navale: 4 unità della Marina egiziana dovrebbero aver già raggiunto le acque yemenite. DECISIVE STORM ha ufficialmente lo scopo di “respingere l’aggressione Houthi” e di “contrastare la presenza di Al-Qaeda ed ISIL in territorio yemenita”. Attualmente lo spazio aereo dello Yemen è totalmente sotto il controllo dei velivoli della coalizione, mentre i primi strike hanno portato all’uccisione di un numero rilevante di comandanti militari Houthi. Gli attacchi hanno inoltre colpito la base aerea di al-Annad, situata nella provincia di Lahj e precedentemente utilizzata dal contingente di SOF americane; bersagli prioritari, quali basi militari sotto controllo Houthi o da parte di forze fedeli all’ex Presidente Saleh, sono stati colpiti anche nella capitale Sana’a. Se il controllo dello spazio aereo è avvenuto senza incontrare alcuna resistenza, il passo successivo di DECISIVE STORM sarà con molta probabilità quello di implementare una sorta di blocco navale al fine di prevenire l’invio di aiuti alle milizie Houthi da parte iraniana. Come si diceva, Pakistan ed Egitto hanno messo a disposizione alcuni assetti navali per questo compito manifestando anche la disponibilità, al pari del Sudan, all’invio di un contingente terrestre per le eventuali operazioni di terra. Gli Stati Uniti stanno già fornendo supporto logistico e d’intelligence, senza nessun intervento diretto, anche se per il momento fonti statunitensi affermano di non aver ricevuto nessuna richiesta da parte saudita. Russia, Cina, Unione Europea ed Iraq auspicano un ritorno al dialogo ed una soluzione politica quanto prima, mentre dure sono le proteste da parte di Iran e Siria i quali parlano di “aggressione militare”. La situazione sul campo è naturalmente in piena evoluzione: resterà ora da vedere se vi sarà un intervento di terra e con quali conseguenze in termini di attrito così come naturalmente se l’Iran deciderà di porre in atto una qualche forma di ritorsione in uno dei tanti focolai mediorientali. Una prima conseguenza di DECISIVE STORM è però per il momento quella dell’aumento del prezzo del greggio: circa il 6% dall’inizio delle operazioni aeree.


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