RIVISTA ITALIANA DIFESA
L’Esercito Italiano e il concetto di aliquota corazzata minima 04/04/2023 | Pietro Batacchi

L’Italia ha 2 interessi strategici vitali, riconosciuti come tali da tutti i documenti di indirizzo governativi e della Difesa: la sicurezza e la difesa dell’area euro-atlantica e la sicurezza e la difesa dell’area euro-mediterranea. Le 2 aree, a partire dal Libro Bianco della Difesa del 2015, sono state anche formalmente equiparate in termini di rilevanza: in realtà è sempre stato così. La NATO, e il rapporto bilaterale con gli USA al suo interno, è la nostra polizza sulla vita, la garanzia stessa della continuità nel tempo della nostra comunità politica, il Mediterraneo, invece, è quello scacchiere dal quale dipende l’approvvigionamento strategico di una penisola con 8.000 km di coste come l’Italia e il suo benessere economico.

Alla luce di questo, l’Esercito Italiano dovrebbe pertanto attentamente valutare il mix tra componente corazzata e meccanizzata/ruotata, sulla base del bilanciamento tra impegno ad est ed impegno a sud. Per cui, se i carri sono necessari per il nostro contributo alla difesa del perimetro orientale dell'Alleanza, l’aliquota deve essere minima, considerando anche il riarmo corazzato in corsa in tutta l’Europa dell’Est, in particolare in Polonia, e la presenza stabile americana. Da questo punto di vista un mix 150 ARIETE AMV (in foto) e AMV PLUS (canna da 55 calibri e non solo) potrebbe essere più che sufficiente per dare all’Alleanza ciò che ci chiede. Niente LEOPARD 2A7, dunque, e un focus sul programma AICS, su droni e LOITERING MUNITIONS, sulla blindo pesante CENTAURO 2, sulla difesa contraerei, e sull’artiglieria a lungo raggio. Per l’AICS è essenziale non sbagliare scelta, coinvolgendo in maniera adeguata l’industria nazionale per questioni di autonomia strategica, anche alla luce del fatto che per la prima volta dalla fine della Guerra Fredda sono disponibili risorse cospicue, ben oltre 10 miliardi, per l'ammodernamento dello strumento terrestre, puntando su un concetto di sistema dei sistemi altamente flessibile, versatile e network-centrico.

Per quanto riguarda l’artiglieria, invece, bene l'acquisizione rapida dell’HIMARS, e possibilmente del Precision Strike Missile, e il rafforzamento dell’investimento nel campo del munizionamento guidato VULCANO, così come dell’impiego dei droni in supporto alla stessa artiglieria. Infine, la CENTAURO 2 dovrà un po' costituire il cuore di task force altamente mobili a livello compagnia, o complesso minore, basate sul concetto “proietta, spara e corri”. Auspicabile, in tal senso, l'acquisizione di un numero di esemplari superiore ai 150 attualmente previsti.

L'articolo in versione integrale sarà pubblicato su RID 5/23 in uscita a fine mese.

(foto: Esercito Italiano).

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