A quanto risulta a RID, è stata presa la decisione di trasferire una batteria del sistema antiaereo/antimissile SAMP/T all’Ucraina. Il via libera sarebbe giunto negli ultimi 2-3 giorni per volontà dello stesso Premier Giorgia Meloni. La questione, fino a 2 settimane fa, era in alto mare per via tanto della riluttanza della Difesa e dei militari – considerando che l’EI ha solo 5 batterie di SAMP/T in servizio e che una di queste è attualmente dispiegata in Kuwait nell’ambito dell’Operazione INHERENT RESOLVE– quanto di alcuni esponenti politici della maggioranza di Governo. Poi, le forti pressioni di Washington – si parla anche di una telefonata di Biden a Meloni – hanno cambiato decisamente il quadro, e l’Italia avrebbe detto “sì”. Lo schema con il quale dovrebbe essere trasferita la batteria è molto complicato e al momento i dettagli sono riservati. Filtra la voce secondo la quale la batteria sarebbe composta da “pezzi” del sistema italiano e “pezzi” del sistema francese (ricordiamo che il SAMP/T è frutto di una cooperazione italo-francese). Un paio di lanciatori nostri e un paio francesi, il modulo d’ingaggio nostro, o viceversa, qualcos’altro: non è chiaro veramente come sarà composta questa batteria.
Al di là di questo, il SAMP/T, basato sull’intercettore ASTER 30 Block 1, è un sistema efficace soprattutto contro missili da crociera e anti-radiazioni, grossi droni e ha pure una limitata capacità antibalistica (contro missili a corto raggio). Contro i droni, chiaramente, la valutazione riguarda la costo-efficacia dell’impiego di un intercettore decisamente performante e costoso come l’ASTER 30 rispetto ad un bersaglio del valore di poche migliaia di dollari. E qui si pone un ulteriore problema, ovvero quante “ricariche” verranno fornite agli Ucraini, anche alla luce degli attacchi di saturazione condotti dai Russi ultimamente e delle ridotte disponibilità di ASTER 30 Block 1, sopratutto da parte italiana. Ecco, allora, che è quanto mai necessario per il “complesso” militare-industriale italiano ed europeo potenziare le scorte e le dotazioni, e strutturare di conseguenza i contratti di acquisizione. Vogliamo sostenere sine die gli Ucraini? Bene, ma strutturiamoci di conseguenza entrando nell’ordine di idee che anche la nostra industria della Difesa deve lavorare in regime di guerra…
Infine, un'ultima nota. Per la nostra industria la fornitura del SAMP/T all'Ucraina è una buona notizia, in particolare in chiave export: adesso potremmo veramente dire che il sistema è combat proven.
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