RIVISTA ITALIANA DIFESA
Gli F-35 dell'AM in Islanda, il punto 16/07/2020 | Marco Giulio Barone

Grazie ad un press tour virtuale organizzato dalla NATO, abbiamo avuto modo di conoscere da vicino il lavoro svolto dall’Aeronautica Militare italiana in Islanda e a comprendere meglio il funzionamento del dispositivo di difesa aerea islandese. Lo ricordiamo, 6 F-35A dell'Aeronautica Militare appartenenti al 32° Stormo di Amendola si sono rischierati per la seconda volta in Islanda per assolvere ai compiti di Air Policing richiesti dalla NATO. La missione è stata denominata Northern Lightning II.

L’Islanda è l’unico paese NATO a non disporre di Forze Armate permanenti. Tutte le attività militari in tempo di pace sono responsabilità della Guardia Costiera (Landhelgisgæsla Íslands), la quale gestisce il pattugliamento della Zona Economica Esclusiva (ZEE) e il servizio SAR. In aggiunta, la Guardia Costiera opera il sistema di sorveglianza dello spazio aereo (Íslenska Loftvarnarkerfið) basato su 4 radar AESA 3D Lockheed Martin AN/FPS-117 basati in altrettanti siti remoti. Dal momento che il paese non dispone di componente aerea, la NATO mette a disposizione una cellula d’allarme basata su almeno 4 caccia per completare il dispositivo di polizia aerea dell’Alleanza, in modo da avere una copertura omogenea sull’intero continente europeo. Per quanto riguarda l’Islanda, i rischieramenti vengono inquadrati dall’accordo di collaborazione denominato Airborne Surveillance and Interception Capabilities to Meet Iceland’s Peacetime Preparedness Needs (ASIC-IPPN). Dal 2008, anno di implementazione dell’accordo, 10 paesi (tra cui l’Italia) si alternano nel provvedere una cellula d’allarme sulla base aerea si Keflavik, la quale viene coordinata dal CAOC di Uedem, in Germania, responsabile per l’Air Policing per l’Europa orientale e settentrionale. In questo contesto, l’Italia è stata il primo paese ad effettuare una rotazione con gli F-35A, seguita dalla Norvegia, anch’essa spesso impegnata in Islanda.

Nel marzo 2019, gli F-35A italiani hanno intercettato per due volte (il 18 e il 28) velivoli russi Tupolev TU-142 in transito nello spazio aereo internazionale. Nel corso della turnazione corrente, il primo scramble è avvenuto proprio a qualche giorno dal nostro tour, sancendo la prima operazione reale del distaccamento italiano nel 2020. Gli scramble non sono l’unica operazione svolta dal 32° Stormo in Islanda. Gli aerei sono chiamati anche ad attività di sorveglianza, soprattutto lo “shadowing” di formazioni russe per monitorarne le operazioni e le intenzioni quando i voli si svolgono in prossimità dello spazio aereo NATO. Rispetto al rischieramento standard di 4 velivoli, l’Italia ha scelto di inviarne 6 anche per poter sfruttare gli ampi spazi disponibili a fini addestrativi. Di solito, 2 aerei vengono tenuti pronti al decollo in pochi minuti, con un terzo in stand-by per poter servire da rincalzo. Talvolta è successo anche di dover mandare in volo 4 velivoli contemporaneamente, missione assolta grazie alla buona disponibilità della macchina. I velivoli che rimangono disponibili possono essere utilizzati (previa disponibilità manutentiva) per effettuare missioni di addestramento di ogni tipo. Inoltre, i rischieramenti in Islanda permettono di testare la logistica necessaria a supportare l’F-35 fuori area, sia per quanto riguarda gli aspetti organizzativi che per quanto riguarda il funzionamento del sistema ALIS e il mantenimento in efficienza degli aeromobili. Come ci racconta il Col. Michele Cesario, Comandante del distaccamento, la prima esperienza è stata una sfida ed una scoperta. Fra l’altro si è dovuto far fronte anche al curioso coordinamento tra attività di volo militari e controllo del traffico aereo squisitamente civile da parte islandese. Il secondo rischieramento si è svolto in modo molto più naturale e le lezioni via via apprese verranno usate per standardizzare le modalità di trasferimento e rischieramento all’estero degli F-35 italiani. Ricordiamo inoltre che l’Aeronautica Militare considera ormai l’F-35A un “omnirole”, ovvero un aereo capace di eseguire missioni di diverso tipo nel corso della stessa sortita.

Da parte islandese, supportare il rischieramento dei velivoli NATO è un’attività impegnativa. Questo è particolarmente vero al momento della nostra visita, che coincide con le fasi finali dell’esercitazione ASW DYNAMIC MONGOOSE 2020. L’esercitazione vede coinvolti 5 fregate e 5 sottomarini di 6 paesi NATO (Canada, Francia, Germania, Norvegia, Gran Bretagna e Stati Uniti), con l’Islanda che svolge il ruolo di host nation. Pertanto, alla base aerea di Keflavik sono presenti anche 2 Breguet ATLANTIQUE-2 francesi, 2 Boeing P-8A statunitensi ed un P-8A britannico. L’Islanda garantisce anche il servizio SAR in favore della Reale Marina Danese.


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