Stanno emergendo i primi dettagli circa TAKUBA, la missione europea di forze speciali che opererà nei prossimi mesi in Mali a fianco delle Forze di sicurezza locali per il contrasto dei gruppi jihadisti legati ad Al Qaeda e allo Stato Islamico, ed alla quale l’Italia ha deciso di partecipare con un proprio contributo in via di definizione. Il primo dato interessante che abbiamo appreso è che la missione dovrebbe essere comandata nei primi 6 mesi dai Francesi dopodichè il comando ruoterà tra i Paesi partecipanti. Si parla inoltre di una durata di 3 anni, mentre la missione dovrebbe essere lanciata ufficialmente questo mese per essere operativa a gennaio 2021. Venendo piu’ nel dettaglio dei compiti, si tratta di una missione per accompagnare, assistere e consigliare le forze locali nelle operazioni contro i terroristi. In pratica stiamo parlando di una missione di assistenza militare e contro-terrorismo pura, dunque di una missione ad alto rischio. Del resto in tutta l’area l’instabilità e la minaccia jihadista si stanno aggravando ed espandendo tanto che nella “Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza 2019”, redatta dai nostri apparati di intelligence e presentata in questi giorni al Parlamento, si parla esplicitamente di regione sahelo-sahariana quale “potenziale epicentro del jihad globale”. Parole che danno il senso della sfida e dei rischi che attendono TAKUBA. E che la situazione sia molto peggiorata nell’ultimo anno e mezzo lo dimostra pure il fatto che i Francesi sono stati costretti ad aumentare il proprio contingente nell’ambito dell’Operazione BARKHANE ed a chiedere all’Unione Africana l’invio di 3.000 soldati di rinforzo che opereranno nei prossimi mesi nel contesto della stessa BARKHANE ed fianco delle forze del G5 Sahel. Per quanto riguarda il contributo italiano a TAKUBA, questo è come si accennava in fase di definizione. Tuttavia, secondo fonti di RID, oltre ad un contingente di forze speciali, l’Italia dovrebbe mettere a disposizione pure assetti elicottersitici, fondamentali per movimentare le truppe in uno sterminato teatro come quello del Sahel.