Emergono i primi dettagli sul raid americano che ha causato l’uccisione del Comandante dei Pasdaran Qasem Soleimani – rimpiazzato dal suo vice Ismail Ghaani - e quello delle milizie irachene filo iraniane Hashd al-Shaabi, Abu Mahdi al-Muhandis. In primis, nell’attacco sarebbero stati eliminati anche alcuni alti ufficiali Hezbollah, tra cui forse il numero 2 del Partito di Dio libanese, Naim Qassem (non confermato). Inoltre, gli obiettivi sono stati colpiti mentre erano a bordo di 2 SUV nei pressi dell’Aeroporto Internazionale di Baghdad, dove pare fossero da poco atterrati con volo di linea proveniente da Damasco. L’attacco è stato eseguito tramite un’azione congiunta che ha visto il coinvolgimento di un UCAV MQ-9 REAPER dell’USAF, nonché di un UCAV MQ-1C GREY EAGLE e di un elicottero d’attacco AH-64E GUARDIAN dello US Army. In seguito al raid, le installazioni militari statunitensi, e non solo, sono in stato di allerta massima. Fin dalle prime ore dell’alba caccia F/A-18C/D HORNET del VMFA-251 dei Marines di stanza ad al-Jaber (Kuwait), F-15E STRIKE EAGLE dell’USAF rischierati ad al-Salti (Giordania), F-15C EAGLE ed F-22A RAPTOR di stanza a Prince Sultan (Arabia Saudita), ed F-35A LIGHTNING II presenti ad al-Dhafra (EAU) si alternano in missioni di pattugliamento armato (CAP) a protezione delle installazioni militari ed infrastrutture critiche dell’area contro possibili risposte da parte dell’Iran. Inoltre, prosegue con ritmo elevato la mobilitazione e lo spostamento di velivoli, sistemi ed equipaggiamenti pesanti verso le basi mediorientali. Nelle 48 ore precedenti al raid ci sono stati vari movimenti di velivoli USAF per operazioni speciali verso la base spagnola di Rota e da quest’ultima verso Giordania e Kuwait. In particolare 4 MC-130H COMBAT TALON II del 1° Special Operations Squadron, 4 CV-22B OSPREY e almeno 1 cannoniera volante AC-130W STINGER II del 16° Special Operations Squadron. Ad essi va aggiunta una coppia di velivoli da trasporto strategico C-5M GALAXY giunti a Rota stamattina e probabilmente diretti in Giordania con batterie di sistemi missilistici PATRIOT PAC-3 inviati in teatro per rafforzare la difesa delle installazioni militari contro il possibile lancio di missili cruise e/o balistici da parte iraniana, senza dimenticare la presenza, già da mesi di sistemi C-UAS, inclusi 4 radar di scoperta SENTINEL, inviati in Arabia Saudita in seguito all’attacco contro le infrastrutture petrolifere Aramco dello scorso settembre. Al momento, tuttavia, la risposta iraniana appare unicamente politica. Non si segnalano grandi movimenti di truppe o di mezzi, se non qualche pattugliamento armato di una squadriglia di caccia intercettori F-14A TOMCAT dell’Aeronautica iraniana lungo il confine con l’Iraq. Le voci di massima allerta presso le basi di missili balistici delle Forze Aerospaziali dei Corpi dei Guardiani della Rivoluzione non trovano conferma, al momento.