RIVISTA ITALIANA DIFESA
La mitragliatrice PK-PKM 04/08/2019 | Claudio Bigatti

Nel decennio successivo alla fine della Seconda Guerra Mondiale i Russi si dimostrarono oltremodo impressionati dalle avanzate armi leggere tedesche. Ne analizzarono quindi le soluzioni costruttive, le tecnologie e i concetti operativi portando avanti alcune delle loro innovazioni, tra queste, il concetto del fucile d’assalto che, come primo risultato, portò alla realizzazione dell’AK-47. Subito dopo, e in ordine di priorità, pensarono alle mitragliatrici per la fanteria e decisero di puntare su un’arma ispirata alla MG-42 ma, possibilmente, ancora più flessibile e seguendo il concetto della mitragliatrice polivalente, o per uso generale GPMG (General Purpose Machine Gun), con una soluzione che consentisse di realizzare un’arma leggera ed economica. Il Direttorato generale d’artiglieria emise quindi una richiesta per una mitragliatrice camerata in 7,62x54R, che andasse a sostituire sia le mitragliatrici leggere LMG (Light Machine Gun) Degtyaryov RP-46, sia le mitragliatrici medie SG-43 Goryunyov. Lo sviluppo venne affidato a 2 team del design bureau TsKB-14, uno composto da Grigory Nikitin e Yuri Sokolov, e l’altro da Vyacheslav Silin e V. F. Pererushev, coadiuvati da Sergey Garanin che però apparteneva al design bureau OKB-575. Nel 1956 la PN-1 di Grigory Nikitin e Yuri Sokolov (con funzionamento a recupero di gas e otturatore rotante) si affermò rispetto agli altri concorrenti e nel 1958 venne ufficialmente selezionata per condurre un'ulteriore serie di test con un ordine iniziale di 500 esemplari assegnato al Kovrov Mechanical Plant. A questo punto, la svolta imprevista: venne chiamato a proporre una mitragliatrice “alternativa”, o perlomeno da porsi in competizione con la PN-1, Michail Kalashnikov che lavorava alla Izhmech (Izhevsk Mechanical Plant). Ad oggi, le ragioni di questa richiesta non sono ancora chiare e videro contrapposti da una parte il Dipartimento Generale dell’Artiglieria che sollecitò, appunto, l’entrata in campo di Kalashnikov, e dall’altra alcuni generali dell’Esercito e del Ministero dell’industria della difesa (Minoboronprom), schierati con la PN-1. All’epoca Michail Kalashnikov era piuttosto impegnato a seguire lo sviluppo dell’AKM e della sua variante LMG nota in seguito come RPK ma accettò comunque l’invito (difficile rifiutare all’epoca …) e destinò una gran parte del suo staff tecnico allo sviluppo della nuova mitragliatrice, tra cui V. Krupin , V. Pushchin e A. KryAKushin. Nel 1961 la PK o Pulemyot Kalashnikova risultava vincitrice e venne avviata alla produzione presso il Kovrov Mechanical Plant in 4 varianti: PK - mitragliatrice, leggera con bipiede integrato, PKS - mitragliatrice media d’appoggio su treppiede, PKT- mitragliatrice “coassiale” per carri armati, PKB-mitragliatrice con impugnature verticali: inizialmente per il montaggio su veicoli corazzati e poi su elicotteri.

Tutto l'articolo disponibile su RID 8/19.


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