RIVISTA ITALIANA DIFESA
Aggiornamento India-Pakistan 26/02/2019 | Andrea Mottola

Cominciano ad emergere alcuni dettagli sui raid aerei indiani in territorio pakistano di questa mattina. Come detto, l'attacco è stato effettuato da 12 caccia MIRAGE 2000H appartenenti al 40° Stormo di stanza a Maharajpur (Madhya Pradesh, India centrale) ma rischierati ad Ambala (Haryana, India nordoccidentale, base situata a ridosso del Jammu-Kashmir a poco più di 500 km dalla zona operazioni) lo scorso fine settimana, proprio in vista del raid. A coadiuvare i caccia, anche un velivolo da Comando e Controllo AEW&C E145, decollato da Bhatinda ed una coppia di aerocisterne IL-78 MIDAS, provenienti da Agra, oltre ad un drone HERON utilizzato o in compiti ISR poco prima del raid, oppure successivamente per la valutazione dei danni (la cosiddetta BDA). Oggetto dell'attacco - nel quale sarebbero state utilizzate bombe a guida EO/GPS SPICE-2000 di fabbricazione israeliana, preferite rispetto ad ordigni a guida laser a causa delle condizioni meteo caratterizzate da alta nuvolosità sull’area - dai 6 agli 8 bersagli costituiti da campi d'addestramento tutti situati nella provincia pakistana di Khyber Pakhtunkhwa e, nello specifico, a Balakot (Jaish-e-Mohammad), Muzaffarabad (Hizbul Mujahideen), Chakhoti (Lashkar-e-Taiba), nonchè un grosso campo d'addestramento appartenente al JeM con circa 200 uomini, situato sull'altopiano Jaba, 15 km a nordest della città di Mansehra. Sembra che in sede di pianificazione della missione, nella scelta degli obiettivi sia stato fondamentale lo sforzo conguinto tra l'intelligence statunitense ed il RAW indiano che avrebbero redatto una lista di 32 strutture logistiche/campi d'addetramento (8 dei quali di grandi dimensioni, 2 intorno a Mansehra) situate tra il distretto di Khyber Pakhtunkhwa ed il Jammu-Kashmir. Inoltre, poche ore dopo il raid, la difesa missilistica indiana ha abbattuto un drone da ricognizione pakistano (probabilmente un JASOOS II), nel distretto Kutch (Gujarat) utilizzando il sistema antiaereo israeliano SPYDER, operativo in India dal 2017, ma utilizzato per la prima volta in operazioni reali. Come se non bastasse, il Pakistan si ritrova con la possibile apertura di un fronte occidentale. I Corpi della Guardia Rivoluzionaria iraniana, infatti, non hanno mai nascosto il loro malcontento riguardo al totale disinteresse delle Forze di Sicurezza pakistane, ISI in testa, nel contenimento e nel contrasto di formazioni qaediste che operano nel Balucistan, a ridosso del confine con l’Iran. Tra queste Jaysh ul Adl, responsabile di diversi attentati contro le Forze di Sicurezza iraniane, l’ultimo dei quali risalente a 2 settimane fa. Da quel momento, l’Iran ha rischierato diversi assetti aerei e missilistici nell’area di Chabahar e, secondo alcune fonti iraniane, progetta un imminente attacco (48 ore) con missili balistici per l’eliminazione di alcune infrastrutture logistiche ed addestrative di Jaysh ul-Adl, situate nell’area montagnosa del Balucistan pakistano.


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