RIVISTA ITALIANA DIFESA
Il Comando Operazioni Cibernetiche 27/12/2017 | Redazione

Come spesso accade, l’evoluzione porta con sé grandi vantaggi, ma anche alcune vulnerabilità. L’era dei computer, che ormai sono presenti sotto diverse forme in quasi tutti gli apparati che usiamo nella vita quotidiana, se da un lato ci ha reso molte cose più facili e veloci, dall’altro ha inserito un elemento di grande vulnerabilità: siamo infatti tutti consci di quanto sia facile, per chi lo sa fare, entrare nei nostri computer e appropriarsi dei nostri dati o anche, cosa ancor peggiore, assumere il controllo dei nostri apparati. Questo tipo di aggressione, nota come cyber attacco, definizione ormai universalmente accettata, è in grado di mettere in crisi l’intero globo terracqueo se portata a livelli universali. Da qui la necessità per gli Stati e per le istituzioni chiave di mettere in atto strategie difensive per annullare o mitigare gli effetti di questo tipo di azioni. Fra le istituzioni chiave rientra ovviamente la Difesa. Per capire quale sia la situazione italiana sotto l’aspetto della cyber difesa, e più in particolare per comprendere ciò che sta facendo la Difesa, ci siamo recati presso il neo-costituito Comando Interforze per le Operazioni Cibernetiche (CIOC), dove abbiamo potuto incontrare il Gen.B.A. Francesco Vestito, Comandante del nuovo ente. L’ambiente cyber non ha frontiere definite, quindi la componente militare della difesa in questo settore si integra con un’architettura a livello nazionale. “La dottrina nazionale fu espressa pochi anni fa, nel 2013, nel cosiddetto Piano Nazionale (la copertina del documento nella foto in basso) messo a punto a seguito del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 24 gennaio 2013 intitolato "Indirizzi per la protezione cibernetica e la sicurezza informatica nazionale", noto anche come Decreto Monti”, spiega il Gen. Vestito.

Tutto l'articolo è disponibile su RID 1/18.


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