RIVISTA ITALIANA DIFESA
Shayrat e Tiyas, nuove basi russe in Siria? 11/12/2015 | Andrea Mottola

Dagli ultimi giorni di ottobre, i russi si sono dedicati all’ampliamento di altre basi sparse sul territorio siriano, l’utilizzo delle quali consentirebbe di raggiungere il fronte centro-meridionale ed orientale del conflitto in modo più rapido rispetto alle sortite effettuate dalla base di Bassel al-Assad/Jableh. Le basi in questione sono quelle di Tiyas (T4), situata a 58 km ad ovest di Palmyra, e di Shayrat, situata a 37 km a sudest di Homs. Secondo i piani di Mosca e Damasco, Tiyas avrebbe un ruolo secondario dal punto di vista del rischieramento di assetti aerei. Al momento, infatti, a Tiyas è segnalata la presenza unicamente di elicotteri Mi-35 HIND e Mi-8 HIP (tra 6 e 8), utilizzati con compiti di supporto aereo ravvicinato, oltre ad una manciata di cacciabombardieri siriani Su-22 appartenenti al 827° Squadrone. Non trovano, invece, conferma le informazioni che parlano del rischieramento di una dozzina di aerei d'attacco al suolo Su-25 FROGFOOT iraniani, la cui presenza resta in dubbio. La base, di fatto, verrebbe utilizzata principalmente come avamposto avanzato e punto di partenza per le operazioni di terra dell’Esercito Siriano, affiancato da Hezbollah, Pasdaran e milizie sciite irachene, volte alla riconquista di Palmira e Quaryatayn. Queste 2 città godono di un enorme valore strategico, soprattutto per la loro vicinanza alla base di Shayrat (Quaryatayn è distante meno di 40 km), che potrebbe divenire oggetto di attacchi provenienti proprio da queste 2 città, entrambe controllate da Daesh dalla scorsa estate, attacchi che potrebbero compromettere le operazioni di rischieramento del contingente russo in loco. Per quanto riguarda Shayrat, il suo allargamento si spiegherebbe sia per le già citate motivazioni geografiche, sia in vista del progressivo aumento del dispositivo aereo russo in Siria, che dovrebbe passare dagli attuali 47 velivoli (tra ala fissa e rotante) a più del doppio, entro i prossimi 2 mesi. Tale dispositivo garantirà un maggior flessibilità operativa alle forze di Mosca, consentendo di schierare cacciabombardieri utilizzabili a supporto delle operazioni terrestri nell’offensiva per la riconquista di Palmira e Quaryatayn, nonché di rispondere immediatamente a qualsiasi azione di Daesh effettuata contro Tiyas e l’autostrada che collega Homs a Palmira. Un altro elemento da tenere in debita considerazione, sta nel fatto che le forze del “Califfato” continuano ancora a rappresentare una minaccia considerata secondaria rispetto agli altri gruppi ribelli che mantengono sacche di resistenza nell’area tra Hama e Homs, una zona non lontana da Shayrat. La base aerea attualmente è dotata di 45 hangar rinforzati ed una pista da 3 km, affiancata da una pista secondaria di lunghezza leggermente inferiore (2,87 km), che le squadre del genio russe starebbero provvedendo ad allargare ed a ripavimentare, occupandosi anche dell’ingrandimento delle aree di parcheggio. E’ probabile che i 12 Su-22 e i 10 MiG-23 siriani presenti nella base fino all’ultima settimana di ottobre, siano stati rischierati presso altre basi per facilitare i lavori di allargamento di Shayrat. I Su-22 del 677° e del 685° Squadrone dovrebbero essere stati rischierati a Dumayr (55 km a nordest di Damasco), mentre i MiG-23 del 675° Squadrone, potrebbero essere stati trasferiti nelle basi di Nasiriya e Marj Ruhayyil, situate entrambe nell’area della capitale. Al momento a Shayrat dovrebbero essere presenti almeno 4 elicotteri d’attacco Mi-24 e un utility Mi-8, impiegati finora dai Russi in missioni di supporto aereo ravvicinato in favore delle forze lealiste impegnate a difendere l’autostrada M5 Damasco-Homs, minacciata dall’avanzata delle milizie dello Stato Islamico. Inoltre, negli ultimi giorni è stata segnalata un’intensa attività di aerei da trasporto pesante An-124 RUSLAN che avrebbero scaricato un numero imprecisato di lanciarazzi multipli TOS-1 BURATINO. E’ ragionevole ritenere che, entro la fine dell’anno, la base possa accogliere non meno di 10/12 velivoli ad ala fissa, comprendenti caccia, ma anche anche velivoli “pesanti” e di grosse dimensioni, (tipo Il-20M COOT-A ed AWACS A-50 MAINSTAY), più 14/16 elicotteri tra Mi-17 CSAR e MI-24/35. Oltre al rischieramento di assetti aerei, è verosimile pensare che la base verrà fortificata anche con il dispiegamento di una componente terrestre e di artiglieria, sulla falsariga di quanto avvenuto a Jableh. Già nei primi giorni di dicembre è stata avvistata una batteria di 6 obici da 152 mm 2A65 MSTA-B appartenente alla 120ª Brigata di Artiglieria dell’Esercito russo, oltre a diverse unità della 18ª Divisione Corazzata dell’Esercito siriano, per un totale di circa 130/140 uomini, metà dei quali probabilmente russi. Inoltre, Shayrat potrebbe essere la possibile destinazione di un reparto di circa 1.000 uomini, suddivisi in operatori di Forze Speciali, unità per la raccolta di intelligence ed un nutrito contingente dedicato al supporto tecnico/logistico della base, che il Cremlino sembrerebbe voler inviare nelle prossime settimane. Ciò detto, nei primi giorni di dicembre, uno dei portavoce del Ministero della Difesa russo, il Generale Igor Konashenkov, ha smentito le voci riguardanti un possibile rischieramento di velivoli russi in basi diverse da Bassel al-Assad. Considerando la provenienza della smentita, è giusto prenderla nella dovuta considerazione. Tuttavia, un’affermazione simile smentirebbe anche le precedenti dichiarazioni, provenienti sempre dallo stesso Cremlino, e riguardanti un aumento, in termini numerici, del dispositivo aereo russo presente in Siria, probabilmente quando (e se) ci saranno dei progressi sul fronte nordoccidentale. Delle due l’una, quindi: o i velivoli russi resteranno quelli attualmente schierati a Jableh, supportati da qualche sortita dei bombardieri strategici di stanza a Mozdok (Ossezia del Nord) e nella base di Engels, (Saratov, Russia), oppure, se il Cremlino vorrà aumentare il numero di caccia ed elicotteri presenti stabilmente in teatro, dovrà giocoforza utilizzare un’altra base presente sul territorio siriano, tenuto conto che la base di Bassel al-Assad ha già raggiunto la sua massima capacità operativa.


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