RIVISTA ITALIANA DIFESA
Si scalda il confine ucraino 09/04/2014 | Marco Lupi

All’indomani della destituzione di Yanucovich, la risposta russa alla crisi ucraina e agli eventi di Euromaidan si è manifestata attraverso un accorto utilizzo dello strumento militare. Oltre all’operazione-lampo che ha assicurato al Cremlino il controllo della Crimea prima che questa si pronunciasse a favore dell’annessione alla Federazione Russa, le Forze Armate di Mosca hanno svolto una lunga esercitazione militare nel Distretto Militare Meridionale, a poche decine di km dal confine ucraino. Secondo fonti russe, le esercitazioni in questione, che simulavano una vasta operazione anti-terrorismo, hanno coinvolto circa 150.000 uomini del Comando Strategico Interforze Meridionale e circa 250 tra mezzi terrestri, aerei ed elicotteri. Appare evidente come tali esercitazioni, avvenute in concomitanza con gli eventi crimeani, abbiano avuto lo scopo di intimorire il governo di Kiev e dimostrare ai suoi alleati statunitensi e tedeschi come Mosca fosse disposta ad intraprendere un’azione di forza nelle regioni orientali ucraine a difesa dei cittadini russi e russofoni nonché dei propri interessi nazionali. Una simile mossa, a metà tra la classica dottrina di deterrenza ed una gigantesca PSYOP in stile vetero-sovietico, è stata interpretata come una reale minaccia all’integrità territoriale dell’Ucraina in quanto preparatoria ad una eventuale invasione russa. Nonostante le continue smentite del Cremlino, alcune rilevazioni satellitari europee e statunitensi hanno mostrato un significativo aumento di truppe presso la base addestrativa di Belgorod, città nell’omonimo oblast a poche decine di km dal confine ucraino. La trasformazione della base appare evidente confrontando le immagini satellitari di novembre scorso, quando sono iniziate le proteste di Euromaidan, febbraio, al momento della deposizione di Yanucovich, e marzo, durante l’operazione di annessione della Crimea. Infatti, rispetto alla prima rilevazione di fine 2013, la Base di Belgorod, precedentemente utilizzata per scopi addestrativi, ha visto un significativo afflusso di personale appartenente, secondo fonti vicine a Mosca, alla 76ª Divisione di Assalto Aereo di Pskov e alla 106ª Divisione Paracadutista della Guardia di Tula, più diversi veicoli. Inoltre da circa 20 giorni sono presenti anche un elicottero da trasporto Mil Mi-8 e 2 elicotteri d’attacco Mil Mi-24, oltre ad un accampamento in grado di ospitare alcune centinaia di uomini, più alcuni helipad e stazioni di rifornimento. Al momento, tale dispiegamento di forze sembra in linea con la strategia di deterrenza e pressione politica e militare attuata sinora dal Cremlino nei confronti di Kiev. Tuttavia, se il numero di truppe e mezzi russi presenti ai confini continuasse ad aumentare, questo rappresenterebbe un pericoloso segnale sulle intenzioni di Mosca verso le regioni orientali ucraine.    


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