Secondo alcune fonti, Israele avrebbe richiesto alla Boeing un lotto di F-15SE SILENT EAGLE come “risarcimento” per l’accordo che gli americani hanno siglato con l’Iran riguardo al programma nucleare di quest’ultimo. A differenza degli F-15C da superiorità aerea e dei cacciabomardieri F-15E STRIKE EAGLE, i SILENT EAGLE presentano spiccate capacità stealth. Tra le caratteristiche principali che li differenziano dai velivoli della famiglia “EAGLE”, vanno evidenziate le baie interne conformali (CWB) per l’alloggiamento di bombe poste nella parte inferiore della fusoliera (che sostituiscono i serbatoi conformali presenti sugli altri F-15), deflettori radar sulle facce delle ventole dei motori e rivestimenti assorbenti per ridurre la firma radar. A ciò vanno aggiunte tutte le caratteristiche già presenti sugli STRIKE EAGLE, tra cui controlli fly-by-wire, abitacolo con schermi multifunzione, una nuova suite di sistemi di allerta radar ed EW (quest’ultima sviluppata da BAE Systems), il pod di targeting SNIPER della Lockheed Martin e il radar AESA Raytheon APG-82, uno dei più potenti al mondo. Il concetto alla base del F-15SE è quello che prevede un utilizzo in tale configurazione, a bassa tracciatura radar e con armamento ridotto inserito nelle baie interne, nei primi giorni di operazioni; una volta eliminate le difese aeree nemiche, il caccia può essere rapidamente riconfigurato in variante “convenzionale”, con un aumento del carico bellico trasportabile montato sui piloni alari e ventrali. Tornando alla presunta richiesta israeliana, gli F-15SE andrebbero ad affiancare i 25 F-15I e un mix di ormai vecchi F-15A/B/C/D (58 velivoli totali), molti dei quali trasformati in caccia multiruolo. L’eventuale ordine, se confermato, potrebbe essere un’ottima notizia per la Boeing, soprattutto alla luce della recente sconfitta subita nella gara per il nuovo bombardiere strategico a lungo raggio per l’Air Force americana, vinta dalla Northrop Grumman. Al momento, infatti, non esistono ordini per altri EAGLE, escludendo gli 84 F-15SA sauditi la cui consegna è prevista entro il 2019, e lo stesso futuro dei SUPER HORNET è incerto, nonostante l’ordine australiano per altri 12 velivoli. Anche tenendo conto della grande competizione esistente per aggiudicarsi il contratto T-X per il nuovo addestratore del USAF, l’eventuale ordine per la fornitura di F-15SE ad Israele potrebbe mantenere ancora aperta l’intera linea di produzione dell’EAGLE, consentendo alla Boeing di ridurne i costi di sviluppo che, a quel punto, verrebbero condivisi con il partner israeliano. Va da sé che il mantenimento della linea produttiva del F-15, insieme all’eventuale utilizzo israeliano in operazioni “combat”, potrebbe anche stimolare l’interesse di altri clienti, aprendo a nuove possibilità di vendita del SILENT EAGLE.