RIVISTA ITALIANA DIFESA
Sale la tensione tra le Coree 01/04/2014 | Giuliano Da Frè

In due anni e mezzo di “regno”, il dittatore nordcoreano Kim Jong-un ci aveva abituati a bizzarre abitudini (le ultime voci, smentite ufficialmente, parlano dell’obbligo di adozione dello stesso taglio di capelli del leader, per tutti gli uomini nordcoreani) e a qualche leggenda nera, come le purghe dei generali messi al muro per non essersi astenuti da sesso e alcol in occasione dell’anniversario della morte del padre Kim Jong-Il, e le dicerie su uno zio troppo invadente fatto sbranare dai cani, e di certo eliminato in maniera spiccia.

Il 31 marzo, tuttavia, anche il terzo Kim della “dinastia rossa” al potere dal 1948, che già in passato non aveva esitato ad effettuare test con missili balistici ed armi nucleari, ha deciso di fare un passo avanti nelle sue dimostrazioni di forza, dando una cruenta risposta alla gigantesca esercitazione congiunta Usa-Seul, considerata la più importante degli ultimi 20 anni.

Dopo che nei giorni precedenti era ripreso il lancio di missili sul Mar del Giappone, lunedì mattina è toccato all’artiglieria pesante nordista farsi sentire, sparando “nell’ambito di un’esercitazione” circa 800 colpi, un centinaio dei quali finiti al di sotto della Northern Limit Line, la linea di demarcazione fissata nel Mar Giallo, contestata da Pyongyang, e al centro di molti scontri navali. Nel novembre 2010, pochi mesi dopo l’affondamento da parte di un sommergibile nordcoreano della corvetta sudista CHEONAN (costato la vita a 46 marinai di Seul), sempre nella NLL, un improvviso attacco con colpi di artiglieria contro l’isola fortificata di Yeonpyeong, aveva provocato 4 morti e decine di feriti.

Questa volta, la reazione di Seul è stata immediata, grazie alle nuove regole d’ingaggio attivate proprio dopo il bombardamento del 2010 (seguito nell’agosto 2011 da un altro scambio di colpi). Dalle batterie di semoventi K-9 THUNDER da 155 mm, infatti, sono partiti circa 300 colpi in direzione delle postazioni nordiste, mentre quasi contemporaneamente si alzavano in volo i caccia F-15K. Inoltre, i civili residenti nelle isole situate presso il confine conteso, sono stati trasferiti nei rifugi. Pyongyang ha gettato altra benzina sul fuoco, intimando al governo sudcoreano di evitare sconfinamenti delle proprie unità navali nelle 7 aeree interessate dalle esercitazioni dell’ artiglieria nordcoreana.


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