RIVISTA ITALIANA DIFESA
La battaglia di Aleppo 20/10/2015 | Pietro Batacchi

L'offensiva delle forze lealiste siriane su Aleppo sta entrando lentamente nel vivo. Sfruttando l'appoggio degli attacchi aerei russi e dell'Aeronautica Siriana, i lealisti stanno avanzando in diversi settori attorno alla città dopo giorni in cui era stato testata soprattutto la consistenza e reattività del dispositivo ribelle. La prima direttrice di attacco si sta sviluppando nella parte meridionale della città per mettere in sicurezza l'autostrada M5, l'asse strategico che collega Aleppo con i vitali territori centro-occidentali della Siria in mano ad Assad e con la capitale Damasco. Da lì l'obbiettivo è spingersi a nord per tagliare le vie di comunicazione dei ribelli verso la Turchia. L'altra grande direttrice dell'azione è verso est, ovvero verso la base aerea di Kweiris da tempo assediata da ISIS. Se le forze lealiste riescono a rompere l'accerchiamento di Kweirs, ricollegandola alle aree sotto il proprio controllo, a quel punto potrebbero spingersi verso Aleppo tagliandone le vie di comunicazione da nord-est e completandone così l'accerchiamento. In questo modo i ribelli di Al Nusra e Ahrar Al Sham resterebbero imbottigliati nella periferia occidentale di Aleppo senza possibilità di fuga ed il loro destino sarebbe segnato. La manovra è indubbiamente complessa anche perchè i ribelli stanno opponendo una durissima resistenza e continuando a ricevere armi, soprattutto missili controcarro TOW, dall'Arabia Saudita, via Turchia, che si rivelano letali per i mezzi corazzati lealisti. In particolare le ultime versioni del sistema, come la TOW 2A, sono dotate di cariche in tandem che permettono di perforare anche i T-72 equipaggiati con corazzature reattive tipo Kontact 1 di fabbricazione russa. Il regime di Assad sembra però intenzionato ad ottenere una grande vittoria ad Aleppo per rinsaldare il morale di un fronte interno che fino all'ingresso della Russia nella guerra sembrava vistosamente scricchiolare. Per questo ha gettato nell'offensiva il meglio disponibile. Reparti della 4ª Divisione Corazzata, i fedelissimi di Assad, e delle Forze Speciali, in particolare le "Tigri" del leggendario Colonnello Suheil Al Hassan (Al Nimr, la tigre), le milizie delle National Defence Force e, soprattutto, un contingente "straniero” formato da migliaia di Pasdaran iraniani, miliziani sciiti irachene, a cominciare dai Kataib Hezbollah, e hazara afghani. La punta del contingente straniero è composta da 500-600 soldati di Hezbollah che per la prima volta stanno impiegando anche un battaglione corazzato composto da carri da battaglia T-72S forniti dall'Iran e che l'Iran ha prodotto su licenza dalla Russia negli anni novanta. Il centro di gravità della manovra del regime è rappresentato dal complesso militare di Al Safira usato come hub e staging base di partenza per tutte le azioni offensive nell'area di Aleppo.  


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