RIVISTA ITALIANA DIFESA
Afghanistan: Talebani all'attacco 19/10/2015 | Pietro Batacchi

Nonostante le divisioni interne seguite all'ufficializzazione della morte del Mullah Omar, che vedono una spaccatura tra la leadership di Quetta guidata dal Mullah Mansour, bracciod estro di Omar ed ex Ministro dell’Aviazione nel Governo talebano a Kabul, e i fazionisti dei Mullah Zakir e Dadullah, i talebani sono all'offensiva in tutto l'Afghanistan. L'ultimo distretto a cadere nelle mani degli studenti coranici è stato il distretto di Ghormac al confine con il Turkmenistan. Il distretto fa parte della provincia settentrionale di Faryab dove nelle settimane precedenti i Talebani avevano conquistato anche i distretti di Garziwan e Pashtun Kot che controllano gli accessi orientali al capoluogo provinciale Maimana. La situazione a Faryab ricorda quella venutasi a creare nella provincia di Kunduz dove i talebani a partire dalla scorsa primavera avevano preso il controllo di diversi distretti e villaggi prima di sferrare il decisivo attacco contro l'omonima città capoluogo della provincia conquistandola il 29 settembre, per poi riperderla grazie all'intervento delle forze americane. Attualmente i Talebani hanno riconquistato 36 distretti in tutto l'Afghanistan e contestano il controllo di altri 35 alle forze di sicurezza afghane (ANSF, Afgnan National Security Force). Nella regione ovest, dove ha sede il Train Advise Assist Command-West (TAAC-W) a guida italiana (Brigata AOSTA), i Talebani stanno progressivamente guadagnando terreno dopo aver preso saldamente il distretto di Shindand e pure diverse zone di quelli di Kakhi Safid e Bala Baluk nella provincia calda di Farah. Nella regione di Herat, l'Italia mantiene ancora 700 uomini concentrati nella grande base di Camp Arena sull'aeroporto di Herat. Qui ha sede il TAAC-W, uno dei comandi regionali in cui si articola la presenza della missione NATO RESOLUTE SUPPORT, dal quale dipendono elementi di force protection, di supporto logistico ed i team addestrativi e di advisor per il supporto delle ANSF. La force protection, su base 5° Reggimento Fanteria AOSTA, è costituita da 2 compagnie di fucilieri, che garantiscono la sicurezza interna ed esterna della base e che hanno anche il compito di Quick Reaction force in caso di emergenza, un plotone di sorveglianza, per la gestione degli avanzati sensori posti a protezione della stessa base, ed una compagnia del genio per fronteggiare la minaccia di IED e ordigni inesplosi. I team addestrativi e di advisor hanno il compito di formare il personale delle ANSF e di fornire loro assistenza e supporto alla pianificazione delle operazioni. Infine, dal Comando dipendono anche la Task Force Fenice basata su elicotteri NH90, adibiti al trasporto del personale e dei rifornimenti, e A129D MANGUSTA con compiti di esplorazione e scorta e di supporto di fuoco in caso di emergenza, ed un nucleo di Forze Speciali con compiti di intelligence e assistenza alle forze afghane. In teoria, questo contingente, a partire da luglio, avrebbe dovuto progressivamente essere ridotto e concentrato a Kabul, ma la situazione sul terreno non ha permesso di farlo. Per l'Italia, dunque, sulla base anche della decisione del Presidente Obama di mantenere in Afghanistan 5.500 soldati americani anche dopo il 2016, ed una media di quasi 10.000 soldati per tutto l'anno prossimo, si prospetta l'ipotesi di estendere la propria presenza in Afghanistan anche dopo la fine dell'anno quando questa, invece, sarebbe dovuta terminare. Lo ha confermato lo stesso Presidente del Consiglio Renzi che ha parlato di decisione imminente e di eventuale estensione della militare italiana in Afghanistan di un altro anno.

 


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