RIVISTA ITALIANA DIFESA
I numeri dell'intervento russo in Siria 05/10/2015 | James Smith

Mentre la campagna aerea russa in Siria entra nel suo quinto giorno di attività, emergono i primi dettagli circa la condotta delle operazioni. Secondo i comunicati ufficiali del Ministero della Difesa russo dal 30 settembre al 3 ottobre l’Aeronautica russa ha compiuto più di 60 sortite neutralizzando circa 50 obiettivi. Sebbene, le fonti ufficiali russe definiscano tutti i target colpiti come legati all’ISIS, in realtà i raid hanno colpito anche, e soprattutto, bersagli legati all’Esercito della Conquista (sigla che riunisce nel nord della Siria i qaedisti di Al Nusra, i salafiti di Ahrar al Sham e i resti del Free Syrian Army) che attualmente rappresenta la principale minaccia alla sicurezza dell’area di Latakia. Dal punto di vista operativo, la suddivisione dei target tra le diverse linee di volo presenti sull’aeroporto di Bassel al Assad appare abbastanza chiara. I 10 Su-25SM più i 2 Su-25UB (biposto) stanno operando primariamente nei settori di Idlib e Hama in missioni di supporto aereo ravvicinato all’Esercito siriano impegnato a cercare di riguadagnare le posizioni perse nei confronti dell’Esercito della Conquista. In particolare, i Su-25 monoposto operano equipaggiati con 2 serbatoi ausiliari e 4 bombe a frammentazione OFAB da 250/270kg coadiuvati dagli omologhi biposto nel ruolo di FAC-A (Forward Air Controller Airborne). Sempre negli stessi settori di operazione, le missioni di attacco contro obiettivi protetti vengono delegate ai 12 Su-24M2 che utilizzano una configurazione basata su 2 serbatoi ausiliari e 6 bombe ad alto esplosivo non guidate FAB-500 M54 da 500kg. In alcune occasioni, laddove sia necessaria particolare precisione, sia i Su-25SM che i Su-24M2, stanno usando anche i missili Kh-25ML (AS-10 KAREN) e Kh-29L (AS-14 KEDGE) a guida laser semi attiva. Il primo ordigno ha una testata di 90 Kg di alto esplosivo e un raggio d’azione di 11 chilometri, mentre il secondo dispone di una poderosa testa di guerra di 320 kg e una gittata di circa 10 chilometri. Per quanto, invece, riguarda le missioni contro gli obiettivi principali dell’ISIS queste, per ora, rimangono appannaggio dei 6 cacciabombardieri Su-34. Tali velivoli, infatti, sono gli unici che stanno conducendo strike con armamento di precisione. A quanto è dato sapere, nei giorni scorsi, i Su-34 hanno operato nella provincia di Raqqa ingaggiando da più di 5.000 metri di quota e con munizionamento intelligente un campo di addestramento nell’area di Al Tabqa e un bunker adibito a centro di comando e controllo nella zona di Kasert Faraj (a sud-ovest di Raqqa) entrambi appartenenti all’ISIS. Nel primo caso sono state utilizzate bombe KAB-500 S-E da 500kg a guida INS/GLONASS (margine di errore circolare 7-12 metri), mentre nel secondo, trattandosi di un obiettivo protetto, sono state utilizzate bombe a capacità di penetrazione rinforzata BETAB-500 da 500kg. Se finora, la componente da attacco al suolo è stata, per ovvie ragioni, la più impiegata non va, tuttavia, dimenticato che anche i Su-30SM hanno iniziato le proprie attività di difesa e superiorità aerea scortando con discrezione i pacchetti di attacco russi. I quattro velivoli multiruolo decollano equipaggiati con 4 missili aria-aria a lungo raggio R-27 (AA-10 ALAMO) e 2 R-60 (AA-8 APHID) per la difesa ravvicinata e rappresentano sicuramente un gran brutto cliente per chiunque volesse tentare di infastidire le operazioni aeree di Mosca nella regione. A cominciare dai velivoli americani.


Condividi su:  
    
News Forze Armate
COMUNICATI STAMPA AZIENDE