RIVISTA ITALIANA DIFESA
Afghanistan: le lezioni di Kunduz (aggiornamento) 29/09/2015 | Pietro Batacchi

La presa di Kunduz, quinta città dell'Afghanistan, da parte dei Talebani ha evidenziato più che mai la crisi nella quale si stanno dibattendo le Forza Armate afghane, crisi che potrebbe risultare drammatica per la stabilità e la tenuta del Paese. La lacuna più evidente riguarda il supporto aereo per le truppe a terra. All’apice del surge afghano, la misisone NATO ISAF aveva effettuato un totale di 133.000 missioni di volo, 34.000 delle quali di supporto aereo ravvicinato. Durante il 2014, l’Aeronautica Afghana ha volato un totale di 7.000 missioni delle quali solo una minima parte eseguita in supporto alle truppe di terra. Ecco quindi il perché la NATO aveva annunciato già a fine 2014 di voler continuare ad offrire supporto aereo ravvicinato agli afghani almeno fino alla fine del 2016. Resta però ancora da valutare l’efficacia sul campo del supporto NATO, dato l’attuale numero ridotto di uomini e mezzi a seguito della cessazione di ISAF, in particolare per quanto concerne il settore critico dell’Intelligence Surveillance and Reconnaissance (ISR). Un altro problema è quello dell'elevato livello d’attrito delle proprie truppe con un alto numero di perdite e di defezioni che conducono ad una sostanziale diminuzione degli organici. Una diminuzione che, tra diserzioni e perdite, nel 2014 ha superato abbondantemente le 40.000 unità. Dati allarmanti, il cui aumento è in parte dovuto al progressivo disimpegno NATO, che ha fatto diventare il personale delle ANSF (Afgan National Security Forces) un facile bersaglio degli insorti. Tutte queste variabili hanno quindi condotto ad una sostanziale crisi di morale nelle ANSF: crisi che a sua volta ha spinto ad un aumento delle defezioni e che spiega debacle come quella di Kunduz. Con la fine di ISAF e la diminuzione della presenza occidentale in terra afghana, NATO e Stati Uniti hanno dato il via all’Operazione RESOLUTE SUPPORT, missione a carattere essenzialmente addestrativo e di supporto. Tuttavia, parallelamente a RESOLUTE SUPPORT, gli Stati Uniti hanno però deciso di continuare a mantenere l’iniziativa nelle missioni di Counter Terrorism (CT) attraverso la costituzione dell’Operazione FREEDOM SENTINEL: in altri termini la continuazione di ENDURING FREEDOM. Scopo della missione, colpire Al Qaeda ed altre organizzazioni terroristiche in Afghanistan al fine di “degradare le loro capacità di attaccare gli Stati Uniti ed i suoi alleati” ed arginare laddove possibile situazioni critiche come quella manifestatasi a Kunduz. La missione, autorizzata dal Presidente Obama e rispondente ad una formale richiesta fatta dal neo-Presidente Ashraf Ghani, permette alle forze americane di condurre operazioni combat in piena regola e d'impiegare raid aerei anche di notte. Del resto gli Stati Uniti mantengono nel Pese 2 importanti hub per le oeprazioni aeree: Baghram e Kandahar. A Baghram sono basati caccia F-16 appartenenti al 555th Expeditionary Fighter Squadron, oltre a velivoli da trasporto C-130J e C-17, elicotteri da trasporto e aerei per la sorveglianza e la ricognizione MC-12W LIBERTY. Nell'aeroorto di Kandahar, invece, è di stanza il 62d Expeditionary Reconnaissance Squadron su UAV PREDATOR e REAPER anche armati. In conclusione c'è il rischio che con il venir meno anche di questo limitato supporto da parte degli Americani, le forze afghane non siano in grado di arginare il ritorno dei pur divisi Talebani e l'affermazione di altre organizzazioni che si vanno sempre più radicando pure in Afghanistan come ISIL (foto AFP).

 

 

 


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