Al di là della propaganda e della schizofrenia tutta nostrana di commentare parole e dichiarazioni, e con meno frequenza i fatti e gli atti, la struttura di check and balances, tipica della democrazia americana, funziona ancora e questo, di fatto, contiene “l’esuberanza” di Trump, specie in politica estera.

Un esempio è (anche) il National Defense Authorization Act for Fiscal Year 2026 (NDAA), presentato dal Congresso in questi giorni, con cui il Congresso autorizza e emenda quanto richiesto dalla Casa Bianca in termini di budget per la Difesa.

Leggendolo, si scoprono cose molte interessanti, che la dicono lunga sulla distribuzione del potere all’interno del sistema politico americano. Per esempio, nella sezione dedicata alla presenza delle truppe americane all’estero, il Congresso fissa a 76.000 uomini la consistenza minima del dispositivo militare americano in Europa, limitando in maniera rilevante la possibilità per il Presidente di decidere una riduzione al di sotto di detta soglia. Dunque, se Trump vuole “uscire” dall’Europa dovrà confrontarsi con il Congresso. Vediamo i dettagli.

Per dare il proprio via libera, il Congresso dovrebbe ricevere dal Segretario di Stato alla Difesa, in consultazione con il Comandante delle Forze USA in Europa, il Segretario di Stato e il Direttore Nazionale dell’Intelligence, la certificazione che la revisione al ribasso di “quota” 76.000 è nell’interesse di sicurezza degli Stati Uniti ed è intrapresa solo dopo appropriate consultazioni non solo con tutti i Paesi della NATO ma anche con i cosiddetti partner non-NATO. Insomma, bisogna non solo “calcolare” il peso dell’interesse americano, ma anche preoccuparsi degli alleati, perché, secondo il Congresso, gli alleati contano (ancora). Questo è il primo paletto.

Tutti i dettagli nell'articolo completo, pubblicato su Risk&Strategy WEEKLY 40/25 in uscita oggi.

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