RIVISTA ITALIANA DIFESA
Leonardo presenta il MICHELANGELO DOME 27/11/2025 | Andrea Mottola

Oggi a Roma Leonardo ha presentato il suo nuovo sistema di difesa integrata MICHELANGELO DOME.

Progettato per rispondere alle minacce emergenti in uno scenario globale sempre più complesso, il progetto nasce dall’esigenza di proteggere infrastrutture critiche, aree urbane sensibili, territori e asset di interesse nazionale ed europeo, attraverso una soluzione modulare, aperta, scalabile e multidominio. Non un singolo sistema incentrato unicamente sulla difesa aerea e antimissile “classica” – che resta prioritaria – ma su un’architettura completa che integra sensori terrestri, navali, aerei e spaziali di nuova generazione, piattaforme di cyber defence, sistemi di comando e controllo, intelligenza artificiale ed effettori coordinati. La piattaforma, in pratica, crea una cupola dinamica di sicurezza, capace di rilevare, tracciare e neutralizzare minacce, anche in caso di attacchi massicci, su tutti i domini operativi: aero-missilistico, inclusi missili ipersonici e sciami di droni, attacchi marittimi – tanto di superficie quanto subacquei - o terrestri.

Come sottolineato durante la presentaziuone da Roberto Congolani - Amministratore Delegato e Direttore Generale di Leonardo - "le vecchie dottrine mantenevano sostanzialmente separati gli assetti terrestri, aerei e marittimi che non comunicavano tra loro, ognuno limitandosi al proprio compito. L'obiettivo di Michelangelo, è creare lo strato connettivo che mancava a quelle dottrine".

Grazie alla fusione avanzata dei dati provenienti da sensori multipli e all’impiego di algoritmi predittivi, MICHELANGELO è in grado di anticipare comportamenti ostili, ottimizzare la risposta operativa e coordinare automaticamente gli effettori più idonei. Una protezione a 360° basata su interconnessione, interoperabilità e capacità multidominio.

Ciò che manca per garantire che il cosiddetto approccio multi-dominio possa diventare interoperativo "è che le piattaforme siano interconnesse. Devono comunicare tra loro, essere intercambiabili e in grado di vedere una minaccia, identificarla, capire da dove proviene, seguirla, tracciarla e decidere come neutralizzarla". Una sorta di un'orchestra, dove la capacità non risiede nei singoli strumenti, ma nella loro sincronizzazione.

Fondamentalmente, il MICHELANGELO DOME rappresenta un sistema di sistemi con capacità di comando e controllo all domain distribuita, in grado di agevolare processo decisionale quasi in tempo reale fornendo un’informazione unificata, coerente e operativa, e di eseguire un’orchestrazione multidominio nella valutazione della minaccia e nella successiva modalità di contrasto adeguata, con conseguente assegnazione dell’arma/effettore. Un sistema C5 di layer superiore che va ad integrarsi con le attuali capacità e sistemi di comando e controllo NATO (piena compatibilità, quindi, con gli standard dell'Alleanza), anche di piattaforme già in servizio e “legacy” in servizio presso diversi stati europei (ubicati soprattutto sul fianco orientale della NATO), aggiungendo ulteriori capacità multidominio all’interno della cosiddetta "kill chain". Fondamentalmente una sorta di abilitatore per interconnettere sistemi già esistenti, anche molto diversi tra di loro e non progettati per interoperare.

A questo proposito Cingolani ha evidenziato che, "se un paese nell'Europa orientale non ha i soldi per acquistare l'F-35 o il PATRIOT, ma ha un sistema missilistico antiaereo, possiamo integrarlo nel MICHELANGELO DOME, aggiungendo la capacità di comunicare seguendo i protocolli e le dottrine NATO".

Il sistema è in grado di effettuare analisi computazionali su volumi di dati, provenienti da radar, satelliti e rilevatori a infrarossi, pari a centinaia di terabyte al secondo, garantendo al contempo la protezione di tali dati (cyber resilient and secure by design). Dal punto di vista pratico, il core del sistema è rappresentato da un modulo plugin denominato MC5 che consente integrazione sulle varie piattaforme con tempo di latenza ridotto e capacità di distribuzione e sincronizzazione dati assistito da IA per velocizzare il processo di decision making. Praticamente il modulo consente il passaggio da "kill chain" a "kill web", quindi, da un approccio basato sul “one sensor one shooter” ad uno “one sensor best or any shooter”.

Il progetto, come sottolineato da Cingolani, “sarà basato su un integrated project team a cui parteciperanno tutte le FFAA italiane". Senza tale team integrato parleremmo solo di un velleitario esercizio tecnologico”, l’interfacciamento continuo ed il coinvolgimento diretto delle FFAA nella progettazione dell'architettura del sistema in base alle loro esigenze e requisiti è assolutamente necessario, soprattutto per programmi di tale portata. Negli giorni scorsi è stato presentato al Ministro della Difesa, Guido Crosetto, al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Gen. Luciano Portolano, e a tutti i Capi di Stato Maggiore delle Forze Armate.

Relativamente alla complessità del prodotto, Cingolani ha evidenziato che, ad oggi, “solo Leonardo può proporre un simile prodotto così ambizioso a livello di hardware, software ecc”. A questo proposito ha citato una recente esercitazione al largo di Creta, che ha dimostrato la capacità di Leonardo di intercettare bersagli in rapido movimento, come prova che i sistemi di rilevamento e risposta dell'azienda soddisfano le aspettative della NATO.

Per quanto concerne, infine, la road map, entro la fine del 27 saranno disponibili i primi prodotti deliverable dopo il biennio 26-27 di integrazioni con gli attuali asset dedicati alla difesa aero-missilistica integrata, mentre nei 2 anni successivi si implementeranno soluzioni con nuovi asset.


Condividi su:  
News Forze Armate
COMUNICATI STAMPA AZIENDE