Su qualunque tipo di velivolo, il sistema propulsivo resta assolutamente fondamentale poiché è uno degli elementi che permette di raggiungere le prestazioni richieste. Ovviamente tale considerazione, che vale per gli aerei sia militari che civili, a seconda del tipo di applicazione, porta a scelte tecniche molto differenti.
In genere, tra i motori militari, quelli che potenziano i caccia di prima linea sono tra i più sofisticati e potenti. Tali motori impiegano tecnologie all’avanguardia, che sono necessarie per assicurare un’elevatissima spinta. Quindi, per tale ragione, essi richiedono tempi di sviluppo e sperimentazione piuttosto lunghi, tempistiche necessarie anche per arrivare ad una buona affidabilità. Tra i motori di tale categoria è indubbio che quelli americani, almeno in Occidente, siano i più potenti e diffusi. Ciò è dovuto al grande successo nel mondo degli aerei da combattimento americani ma anche ai grandi numeri assicurati dallo stesso mercato americano (cioè quello interno o “di lancio”): tutti aspetti che garantiscono grande produzione e maturità, e quindi notevoli affidabilità e supporto logistico, caratteristiche che sono difficilmente eguagliabili dagli altri Paesi.
Esaminiamo quindi i motori americani della più alta classe di spinta sviluppati per gli aerei da combattimento USA: quindi sostanzialmente le famiglie Pratt & Whitney F100, General Electric F110, Pratt & Whitney F119 e F135, General Electric F120 e General Electric/Rolls-Royce F136.
Pratt & Whitney F100
Lo sviluppo del motore Pratt & Whitney F100, lanciato nel 1967, aveva come obiettivo la motorizzazione del nuovo caccia standard dell’USAF, risultante dal programma FX, decisamente ottimizzato per la superiorità aerea - colloquialmente lo si voleva progettato per “not a pound for air-to-ground” - vinto poi dal progetto della McDonnell Douglas, oggi Boeing, con il bimotore F-15A/B EAGLE (successivamente diventato, come F-15E STRIKE EAGLE, un eccezionale cacciabombardiere). Il propulsore della Pratt & Whitney risultò vincitore sul progetto concorrente proposto dalla General Electric. Successivamente, l'F-100 venne selezionato per l’installazione sul più leggero monomotore General Dynamics, poi Lockheed Martin, F-16A/B FIGHTING FALCON, aereo risultato dal successivo programma LightWeight Fighter (LWF) voluto dalla cosiddetta “Fighter Mafia” – lanciato nei primi anni ’70 e anch’esso dichiaratamente caccia puro (questa volta solo diurno) e, come l’F-15, evolutosi nelle successive versioni, in particolare l’F-16E/F e l’ultimo F-16 Block 70/72, in un capacissimo cacciabombardiere. Insieme allo F100, la Pratt & Whitney sviluppò per l'US Navy il motore F401, similare come impostazione, come propulsore del Grumman F-14B TOMCAT (allora già pianificato). Tuttavia, per motivi tecnici e di costo, tale motore fu presto abbandonato e si continuò con l’F-14A propulso dal Pratt & Whitney TF30, motore che equipaggiava anche il General Dynamics F-111 AARDVARK dell’USAF.
L’articolo completo è pubblicato su RID 12/25, disponibile online in edicola.
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