Nel corso della notte tra il 13 e il 14 novembre si è registrato un massiccio attacco russo con missili e droni in varie zone dell’Ucraina, specialmente contro la capitale Kiev. Secondo quanto riportato dall’Aeronautica Ucraina sono stati utilizzati complessivamente 430 droni (tra SHAHED e droni esca GERBERA) e 19 missili (tra aerobalistici, crociera e balistici).
Nel dettaglio, sempre secondo quanto riportato dall’Aeronautica di Kiev, sono stati identificati 3 missili aerobalistici KINZHAL provenienti dalla regione russa di Ryazan, 6 missili da crociera ISKANDER-K e 9 missili balistici ISKANDER-M lanciati dalla regione di Bryansk. Per quanto riguarda i droni, circa 300 erano SHAHED, mentre per i restanti si è trattato principalmente di GERBERA/droni esca. Inoltre, un missile da crociera ipersonico ZIRCON, lanciato da Cape Chauda in Crimea, ha colpito un bersaglio nei pressi della città di Sumy. Si tratta del 3° impiego registrato di uno ZIRCON e del 2° dall’inizio dell’anno (il precedente risale al 21 agosto). Entrambi i missili lanciati quest’anno hanno avuto come bersaglio la zona di Sumy.
Le forze ucraine hanno dichiarato di aver intercettato complessivamente 419 obiettivi tra cui 6 missili balistici ISKANDER-M, 6 missili ISKANDER-K e 2 missili aerobalistici KINZHAL e più di 400 droni.
Il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, ha definito gli attacchi “massicci” e ha segnalato esplosioni e incendi in diversi edifici residenziali della capitale. Le infrastrutture energetiche della città hanno subito danni significativi, tra cui l’impianto di cogenerazione CHP-5, con alcune aree del settore nordorientale della capitale rimaste senza riscaldamento come i distretti di Desnianskyi e Podilsky. L’Aeronautica Ucraina ha inoltre riportato che altre regioni del Paese sono state colpite nel corso dell’attacco, tra cui le Oblast di Kharkiv, Odessa, Poltava e Cherkasy.
L’ondata di raid russi è avvenuta a poche ore di distanza dall’attacco effettuato dall’Ucraina con missili da crociera a lungo raggio (probabilmente FLAMINGO o LONG NEPTUNE) e droni vicino al terminal di esportazione di petrolio del porto russo di Novorossijsk, sul Mar Nero – che incrociando alcune informazioni e immagini – sembra aver danneggiato/distrutto un sistema di difesa antiaerea/antimissile, potenzialmente S-300 o S-400. Le autorità russe hanno comunicato che l’attacco ha danneggiato anche una nave ormeggiata, edifici residenziali e un deposito petrolifero a Novorossijsk; il porto ha sospeso le esportazioni di petrolio a seguito dell’attacco.
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