RIVISTA ITALIANA DIFESA
Venti di guerra spirano sul Venezuela 04/11/2025 | Francesca Genovese

Secondo un rapporto del Wall Street Journal di giovedì 30 ottobre, l’Amministrazione Trump “ha identificato obiettivi in Venezuela che includono strutture militari utilizzate per il contrabbando di droga.” Il report afferma che il Presidente Donald Trump non ha ancora preso una decisione finale in merito a possibili attacchi contro obiettivi terrestri sul territorio venezuelano, ma funzionari anonimi hanno riferito al giornale che “una potenziale campagna aerea si concentrerebbe su obiettivi situati all’intersezione tra le bande di narcotrafficanti e il regime di Maduro.”

Gli obiettivi potenziali presi in considerazione “includono porti e aeroporti controllati dai militari e presumibilmente utilizzati per il traffico di droga, comprese strutture navali e piste di atterraggio, secondo uno dei funzionari”, ha aggiunto la pubblicazione. Trump, tuttavia, ha smentito categoricamente di stare valutando attacchi contro il Venezuela, dichiarando ai giornalisti a bordo dell’AIR FORCE ONE di non aver ancora preso una decisione e di non considerare, al momento, azioni militari contro il Paese.

La US NAVY, tuttavia, continua a rafforzare la propria presenza nei Caraibi: attualmente ci sono 10.000 soldati statunitensi, la maggior parte schierati presso basi a Porto Rico: Roosvelt Roads, Fort Buchanan e la Muñiz Air National Guard Base. L’incrociatore lanciamissili guidato USS GETTYSBURG, classe TICONDEROGA, si trova ora nella regione, aggiungendosi a una forza di 1 incrociatore classe TICONDEROGA, 3 cacciatorpediniere classe ARLEIGH BURKE, l’Amphibious Ready Group (ARG) IWO JIMA, composto dall’omonima LHD e da 2 LPD classe SAN ANTONIO, con il suo gruppo anfibio, e 1 sottomarino nucleare SSN classe LOS ANGELES. Inoltre, come già riportato, anche il gruppo da battaglia della portaerei USS GERALD R. FORD (composto dall’omonima portaerei e i cacciatorpediniere lanciamissili classe ARLEIGH BURKE USS MAHAN, USS WINSTON S. CHURCHILL, USS BAINBRIDGE) è in ridispiegamento dal Mar Mediterraneo nella regione, attualmente in zona Gibilterra, non dovrebbe arrivare prima di un’altra settimana (tra il 12 e il 17 novembre).

La notizia del dispiegamento della GETTYSBURG nei Caraibi arriva mentre il Miami Herald ha riferito, venerdì 31 ottobre, che “gli attacchi statunitensi contro obiettivi all’interno del Venezuela potrebbero avvenire in qualsiasi momento.” Il giornale ha riportato che “gli obiettivi mirano anche a decapitare la gerarchia del cartello”, aggiungendo che non è chiaro se ciò implichi l’eliminazione di Maduro. Il leader venezuelano era stato incriminato da un tribunale federale di New York nel 2020, durante la prima presidenza Trump. Lui e altri 14 individui, tra cui diversi stretti alleati, sono stati accusati di narco-terrorismo e di cospirazione con il gruppo insurrezionale colombiano FARC (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia) per l’esportazione di cocaina. Su di lui pende ora una taglia di 50 milioni di dollari per la cattura.

In questo contesto, in un’intervista a un podcast di Bloomberg, la leader dell’opposizione venezuelana e premio Nobel per la pace María Corina Machado ha indirettamente ammesso di sostenere gli attacchi statunitensi contro il Venezuela, riconoscendo che il vero obiettivo di tali operazioni — contrariamente alle dichiarazioni ufficiali sul “contrasto al traffico di droga” — sarebbe il rovesciamento del governo di Nicolás Maduro.

In attesa di capire se e quando gli Stati Uniti lanceranno un attacco, le navi della Marina Statunitense sembrano avvicinarsi sempre più alle coste venezuelane. Immagini satellitari mostrano che la nave d’assalto anfibia USS IWO JIMA (classe WASP) e un cacciatorpediniere non identificato della classe ARLEIGH BURKE si sono avvicinati a meno di 200 km da La Orchila, una delle isole periferiche del Venezuela a poco più di 100 km dalla costa. In questo contesto, il Comando Meridionale degli Stati Uniti (SOUTHCOM) ha annunciato, sabato 1º novembre, che il Corpo dei Marines statunitensi ha recentemente condotto esercitazioni militari sul suolo portoricano, che hanno incluso attività come sbarchi anfibi e manovre di infiltrazione. SOUTHCOM ha condiviso un video sul proprio account X, mostrando la 22ª Expeditionary Unit dei Marines impegnata in “operazioni di addestramento a Porto Rico.” Il filmato mostra un LCAC, un grande hovercraft progettato per trasportare truppe, veicoli ed equipaggiamenti, effettuare uno sbarco anfibio sotto la copertura di elicotteri UH-1Y (in foto un fotogramma del video). Elicotteri d’attacco APACHE hanno fornito supporto aereo mentre i Marines sbarcavano e avanzavano nell’entroterra. SOUTHCOM ha dichiarato che le forze statunitensi sono dispiegate nella regione per supportare le operazioni dirette dal Pentagono e le priorità di Trump, volte a “interrompere il traffico illecito di droga e proteggere la patria.” Le squadre sono state viste manovrare su veicoli POLARIS MRZR, leggeri mezzi fuoristrada progettati per ambienti difficili, assicurando posizioni di tiro e praticando esercitazioni di infiltrazione. Tali esercitazioni evidenziano la crescente presenza militare di Washington nei Caraibi, alimentando i timori di un possibile attacco contro il Venezuela.

In questo clima di crescenti tensioni, segnato dall’aumento delle ostilità – dall’inizio di settembre gli Stati Uniti hanno effettuato almeno 15 attacchi contro presunte navi coinvolte nel traffico di droga, uccidendo 64 persone – e dalle reciproche accuse tra le 2 Amministrazioni che alimentano l’allarme regionale, si registra anche un aumento della presenza di velivoli militari statunitensi. Insieme alla portaerei FORD, che può ospitare più di 75 aerei militari (tra cui 3 Squadron di SUPER HORNET F/A-18E/F, oltre a uno Squadron di EA-18G GROWLER, velivoli da comando e controllo aeroportato E-2 HAWKEYE e vari elicotteri SH-60 SEAHAWK), il Pentagono ha rischierato a Porto Rico 10 F-35 e almeno 3 droni MQ-9 Reaper. Gli MQ-9 sono stati avvistati a settembre all’aeroporto internazionale Rafael Hernández di Porto Rico. All’inizio di ottobre, gli elicotteri d’attacco leggero MH-6 LITTLE BIRD insieme agli MH-60M BLACK HAWK, sono stati avvistati mentre svolgevano operazioni di addestramento al largo delle coste di Trinidad e Tobago, a circa 50 km dalle coste venezuelane. Le manovre sembra siano state condotte dal 160° Reggimento d’Aviazione delle Operazioni Speciali (SOAR), unità d’élite dell’Esercito Statunitense, il che aprirebbe alla possibilità di raid mirati da parte delle forze speciali. Il 15 ottobre, aerei AC-130J GHOSTRIDER e droni MQ-9 REAPER sono stati fotografati con missili HELLFIRE, mentre gli F-35 dei Marines sono stati immortalati con missili aria-aria, nelle immagini diffuse dalle Forze Armate statunitensi. Alla fine di ottobre, l’Air Force statunitense ha fatto volare bombardieri supersonici B-1 LANCER dalle basi aeree di Dyess ad Abilene, Texas, e di Grand Forks nel Dakota del Nord, lungo la costa del Venezuela. Inoltre, sono stati registrati decine di voli nella regione con aerei cargo C-17 per portare rifornimenti e per il trasporto di materiale alla base di Porto Rico. Nel mese di ottobre almeno una dozzina di aerei da pattugliamento marittimo POSEIDON P-8A della U.S. Naval Air Station di Jacksonville, Florida, hanno sorvolato il Mar dei Caraibi. Tutto questo in un contesto in cui Trump ha recentemente confermato di aver autorizzato segretamente la C.I.A. a condurre operazioni clandestine in Venezuela, intensificando una campagna contro Maduro.

Inoltre, recenti immagini satellitari mostrano preparativi in corso da parte delle Forze Armate degli Stati Uniti in aeroporti commerciali e basi aeree dei Caraibi. Le immagini evidenziano lavori di ampliamento delle vie di rullaggio all’ex base navale di ROOSEVELT ROADS, a Porto Rico, chiusa dalla Marina dal 2004 e oggi riaperta, insieme a oltre una dozzina di tende destinate ad alloggiare il personale militare. Ulteriori foto mostrano nuove costruzioni presso l’aeroporto HENRY E. ROHLSEN sull’isola di ST. CROIX, nelle Isole Vergini americane, tra cui lavori per espandere la pista e la realizzazione di un sito temporaneo dove è ora installato un radar di sorveglianza aerea AN/TPS-75 dell’Aeronautica Statunitense, a circa 800 km a nord del Venezuela.

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