
La Francia ha avviato un ambizioso programma di sviluppo di un nuovo missile balistico terrestre, che rappresenta al tempo stesso un rinnovamento delle capacità di attacco in profondità e una svolta strategica dopo decenni di riduzioni che hanno interessato il settore della Difesa. Il programma Missile Balistique Terrestre (MBT) segna la volontà di Parigi di dotarsi di un missile balistico convenzionale a medio raggio, in grado di colpire obiettivi oltre i 2.000 km entro il 2030. L’investimento previsto, pari a circa 1 miliardo di euro, costituisce un impegno significativo per il ripristino di una capacità convenzionale di strike terrestre a lungo raggio.
La Direction Générale de l’Armement (DGA) ha confermato che le specifiche tattico-operative del programma Long-Range Strike-Terrestrial sono ancora in fase di elaborazione, con lavori in corso per la definizione della gittata massima. Le prime spese saranno relativamente contenute – 15,6 milioni di euro nel 2026, 20 milioni nel 2027 e 44 milioni nel 2028 – mentre la quota più consistente, 820 milioni di euro, è prevista dopo il 2028.
L’esperienza francese nel campo dei missili balistici nasce da decenni di lavoro nel settore dello sviluppo di sistemi d'arma "strategici", iniziati negli anni ’60 con la creazione della Force de Dissuasion. La Francia ha dimostrato una notevole competenza tecnica attraverso programmi come quello dei missili balistici lanciati da sottomarini della serie M e quello dei sistemi terrestri Sol-Sol Balistique Stratégique (SSBS). I missili S2 entrarono in servizio nel 1971, seguiti nel 1980 dai più avanzati S3 a raggio intermedio (nella foto), schierati nella base del Plateau d’Albion, nel sud del Paese. Questi missili strategici terrestri hanno rappresentato, per oltre vent’anni, una colonna portante della deterrenza nucleare francese. Gli S3, dotati di una testata termonucleare da 1,2 megatoni e con una gittata fino a 4.000 km, hanno garantito alla Francia una capacità di rappresaglia immediata e permanente dal proprio territorio. Tuttavia, il contesto strategico è mutato profondamente con la fine della Guerra Fredda. Di conseguenza, nel febbraio 1996, Parigi ha annunciato la completa rinuncia alla componente missilistica nucleare terrestre, in linea con il nuovo scenario di sicurezza. Il processo di smantellamento è iniziato nel settembre 1996 e si è concluso nel febbraio 1998 con la denuclearizzazione totale del Plateau d’Albion, che ha comportato la distruzione di 18 missili strategici S3D.
Il rinnovato interesse francese per la capacità balistica è stato stimolato dalle lezioni tratte dai conflitti recenti, in particolare dalla guerra in Ucraina e dagli scontri tra Israele e Iran. Il Ministero della Difesa ha individuato le capacità di Deep Precision Strike (DPS) come elementi fondamentali della strategia nazionale di “altissima quota”, ossia quella fascia operativa compresa tra i 20 e i 100 km di altitudine. Tale approccio strategico prevede l’impiego di sistemi d’arma avanzati in grado di sfruttare la quota elevata per eludere le difese antimissile nella fase intermedia di volo, combinando capacità di manovra tali da superare anche gli intercettori terminali.
La necessità include missioni di soppressione delle difese aeree nemiche (SEAD) e l’ingaggio di obiettivi di alto valore, capacità considerate sempre più vitali nel contesto attuale. La Francia punta così a sviluppare una capacità di attacco convenzionale sovrana, complementare – e non alternativa – a quella della NATO, in un momento in cui la Germania ha optato per l’acquisizione dei TOMAHAWK statunitensi - tramite il sistema TYPHON - che resta tuttavia un missile da crociera.
Il programma MBT risponde a molteplici imperativi strategici. In primo luogo, fornisce alla Francia una capacità autonoma di attacco convenzionale a lungo raggio, riducendo la dipendenza da sistemi alleati. Inoltre, dimostra l’impegno francese per la sovranità tecnologica nei settori critici della Difesa, grazie anche alla doppia competenza di Ariane Group nello sviluppo di vettori spaziali e missili strategici. Il progetto riflette anche le più ampie ambizioni europee di autonomia strategica, pur rimanendo chiaramente a trazione nazionale, vista la limitata partecipazione di partner europei. Il programma è al tempo stesso una questione di prestigio nazionale e una risposta concreta all’esigenza di disporre di una capacità di strike di precisione convenzionale complementare alla deterrenza nucleare francese.
Un elemento di rilievo è la continuità industriale che il programma MBT può vantare, grazie alla base tecnologica e produttiva mantenuta attraverso i programmi di aggiornamento dei missili balistici lanciati da sottomarini M51. Tale continuità fornisce alla Francia le competenze tecniche e produttive necessarie, che altrimenti richiederebbero nuovi e onerosi investimenti.
La Commissione Difesa dell’Assemblea Nazionale ha espresso un forte sostegno al programma, con un rapporto sull’artiglieria presentato nell’aprile 2025 dai deputati Matthieu Bloch e Jean-Louis Thiériot. Il documento evidenzia come la Francia presenti un gap di capacità nelle operazioni di attacco di precisione terrestre in profondità, considerato una vulnerabilità critica da colmare con urgenza. I parlamentari sottolineano che, sebbene la Francia disponga di missili da crociera aria-superficie e mare-superficie (come SCALP e MdCN), tali armamenti restano limitati nel numero e vincolati a traiettorie subsoniche, risultando quindi più vulnerabili alle moderne difese aeree. L’analisi parlamentare si schiera apertamente a favore della tecnologia balistica rispetto a quella da crociera, quando le risorse impongono di scegliere una sola opzione. Tale preferenza deriva da valutazioni operative secondo cui i missili balistici raggiungono tassi di penetrazione più elevati contro le difese aeree nemiche, come dimostrato dal conflitto russo-ucraino. Le velocità ipersoniche raggiunte nella fase terminale li rendono molto più difficili da intercettare, pur avendo traiettorie più prevedibili. Inoltre, la traiettoria di un missile balistico non deve tenere conto con la stessa precisione della posizione delle difese antiaeree avversarie, offrendo vantaggi significativi nella pianificazione delle missioni e nella prontezza operativa.
Il rapporto della Commissione rivela che lo Stato Maggiore francese propende per un sistema con gittata superiore ai 2.000 km, in linea con i lavori in corso nell’ambito della European Long-Range Strike Approach. Nel corso delle audizioni, Ariane Group, principale contraente per lo sviluppo del programma MBT, ha ribadito la propria competenza industriale nel campo della tecnologia balistica, derivata direttamente dal programma M51 SLBM, fornendo così alla Francia un vantaggio competitivo rispetto ad altri Paesi europei.
I Deputati hanno tuttavia espresso cautela sui costi e sui volumi di acquisizione. Un sistema di questo tipo, sviluppato e prodotto unicamente per la Francia, potrebbe avere costi unitari elevati, rendendolo adatto solo a missioni strategiche selezionate, e non a un impiego su vasta scala. Il rapporto riconosce inoltre che la maggior parte degli alleati europei ha già acquistato sistemi d’artiglieria a razzo esteri – in primis gli statunitensi HIMARS o gli israeliani PULS – riducendo così le prospettive di export per soluzioni sovrane francesi, ma confermando allo stesso tempo l’urgenza europea di dotarsi di capacità di attacco in profondità. La Commissione sottolinea che ogni capacità di strike terrestre deve integrarsi in una architettura interforze di fuoco congiunto, che richiede migliori capacità di targeting, una stretta coordinazione con le forze aeree per la deconfliction dello spazio aereo, e solidi sistemi di comando e controllo, supportati da connettività satellitare in orbita bassa (LEO). I deputati suggeriscono inoltre di affiancare al programma balistico un incremento delle scorte di missili da crociera per l’Aeronautica e la Marina, creando un effetto sinergico con salve miste capaci di combinare munizionamento di saturazione a basso costo con sistemi penetranti ad alte prestazioni. Questo sostegno parlamentare fornisce legittimità politica e copertura di bilancio al programma, stabilendo al contempo aspettative chiare: la Francia dovrà bilanciare sovranità tecnologica, realismo economico e massa operativa.
L’obiettivo è raggiungere una capacità operativa entro il 2030, ma questo richiederà investimenti industriali costanti e impegno politico duraturo. La Francia dovrà ampliare la propria capacità produttiva nel campo missilistico per sostenere il programma, in un contesto segnato dall’assenza di partner internazionali significativi. Il finanziamento rientra comunque tra le priorità della Legge di Programmazione Militare 2024-2030.
Pur restando considerevoli le sfide industriali e finanziarie, la competenza storica della Francia nel campo dei missili balistici e la continuità garantita dai programmi di deterrenza nucleare forniscono solide basi per il successo. Se il programma dovesse concretizzarsi, la sua evoluzione potrebbe influenzare profondamente le capacità di attacco convenzionale europee e contribuire allo sviluppo dell’autonomia strategica del continente nel prossimo decennio.
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