Lockheed Martin ha annunciato di aver effettuato il primo test di lancio del missile Joint Air-to-Ground Missile (JAGM) da un nuovo lanciatore quadruplo (JQL, JAGM Quad Launcher, pronunciato “jackal”), progettato per sparare il missile in configurazione verticale.
Il test è stato condotto presso lo Yuma Proving Ground, in Arizona, e ha confermato la piena integrazione tra missile e lanciatore, culminando nel primo lancio operativo. Come dichiarato da Lockheed Martin nel comunicato ufficiale: “Il test ha avuto esito positivo, con un impatto diretto su un bersaglio terrestre statico e la raccolta di dati in tempo reale relativi all’accensione, al lancio e al volo del missile fino all’impatto. La dimostrazione è stata condotta con il JQL posizionato a 45°, evidenziando la flessibilità del sistema e il suo potenziale per differenti applicazioni operative.”
L’obiettivo principale della campagna era esplorare il potenziale impiego del JAGM in funzione C-UAV (Counter-Unmanned Aerial Vehicle). L’azienda punta infatti ad aprire nuove opportunità commerciali nel mercato in rapida espansione della difesa anti-drone, in particolare in ambito navale, nonostante il costo non trascurabile del singolo missile.
Con un prezzo medio di 212.000 dollari per unità (dato 2022), il JAGM non può essere definito economico, ma rimane decisamente più conveniente rispetto a intercettori di fascia superiore come PATRIOT o SM-6, fattore che ne potrebbe giustificare l’impiego — e la diffusione — contro droni di medie dimensioni, a protezione di unità navali medie e grandi.
Il test ha inoltre segnato la prima volta in cui un JAGM è stato lanciato da 4 celle modulari indipendenti (canisters), dimostrando l’elevata versatilità del sistema e la possibilità di adattarlo a scenari operativi differenti. Il design del JQL Canister System consente il riarmo rapido di singole celle secondo le procedure già in uso, migliorando sensibilmente l’efficienza operativa.
Uno dei problemi principali dei sistemi di lancio verticale è la gestione dei gas di scarico ad alta temperatura, che può creare criticità significative sul ponte delle navi. Basandosi sull’esperienza maturata con il VLS Mk-41 navale e con il programma TYPHON dell’US Army, Lockheed Martin ha affrontato la questione integrando nel JQL una struttura meccanica e un sistema di gestione dei gas evoluti. Nello specifico, un condotto di scarico dei gas integrato nella struttura del lanciatore (come visibile nelle immagini) consente di dissipare in sicurezza i flussi termici durante il lancio verticale. Tale configurazione permette l’installazione sopra coperta su imbarcazioni anche di piccole/medie dimensioni e su veicoli.
Inoltre ,questa soluzione, derivata da progetti VLS consolidati, migliora affidabilità e sopravvivenza del sistema in ambiente operativo.
Un nuovo test a fuoco reale è previsto per il mese di novembre, questa volta contro un drone in volo, mentre l’azienda ha già confermato di essere in trattativa con potenziali clienti internazionali.
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