RIVISTA ITALIANA DIFESA
Il Giappone potrebbe sviluppare sottomarini a propulsione nucleare 16/10/2025 | Fabio Di Felice

Il Ministero della Difesa giapponese ha ricevuto un rapporto dal Consiglio Consultivo per il Rafforzamento Fondamentale delle Capacità di Difesa (Advisory Council for the Fundamental Reinforcement of Defense Capability), presieduto da Sadayuki Sakakibara, che invita il Governo a esplorare nuove tecnologie di propulsioneincluse quelle nucleari — per la prossima generazione di sottomarini giapponesi.

Lo studio, presentato il 19 settembre 2025, rappresenta la prima volta in cui un organismo consultivo ufficiale apre, anche solo implicitamente, alla ricerca sulla propulsione nucleare, segnando un potenziale cambio di paradigma nella politica di autodifesa e in quella nucleare di Tokyo.

Nel dettaglio, il rapporto raccomanda formalmente al Ministero della Difesa di avviare attività di ricerca e sviluppo su “fonti energetiche di nuova generazione”, espressione che all’interno della comunità militare giapponese viene ampiamente interpretata come un riferimento alla possibile adozione di piccoli reattori nucleari. Secondo il documento, i futuri sottomarini — dotati di sistemi di lancio verticale (VLS) per missili a lungo raggio — dovranno essere in grado di navigare più a lungo, restare immersi per periodi prolungati e operare in modo più silenzioso, caratteristiche che presuppongono capacità di propulsione superiori a quelle dei sistemi diesel-elettrici o AIP (Air-Independent Propulsion) attualmente in uso.

Il rapporto raccomanda inoltre di condurre studi tecnici approfonditi, valutazioni di fattibilità e programmi di sviluppo a lungo termine per individuare la soluzione propulsiva più idonea alle esigenze operative future del Giappone, sottolineando come una maggiore autonomia subacquea sia essenziale ai fini della deterrenza e del monitoraggio continuo dei mari circostanti. Gli esperti che hanno redatto il documento hanno motivato la proposta con il fatto che l’ambiente marittimo attorno al Giappone è sempre più conteso, e che la base tecnologica della Marina Giapponese (Japan Maritime Self-Defense Force, JMSDF) deve evolversi per consentire operazioni persistenti nel Pacifico occidentale e nel Mar Cinese Orientale. Tale posizione è coerente con la volontà, già annunciata dal Governo, di acquisire missili a lungo raggio lanciabili da piattaforme navali, ampliando la capacità di deterrenza oltre i confini nazionali.

Tuttavia, qualsiasi discussione riguardante l’impiego militare dell’energia nucleare in Giappone si scontra immediatamente con ostacoli politici e giuridici. La Legge fondamentale sull’energia atomica stabilisce infatti che l’uso dell’energia nucleare debba essere limitato a fini esclusivamente pacifici, mentre i “Tre Principi Non Nucleari” del Paese vietano di produrre, possedere o ospitare armi nucleari. Sebbene la propulsione nucleare non violi formalmente tali principi — poiché non implica il possesso o lo schieramento di ordigni nucleari — essa rappresenterebbe comunque una svolta politica e simbolica di grande rilievo rispetto alla tradizionale posizione “anti-nucleare” del Giappone.

L’ultima volta che Tokyo aveva preso in esame la possibilità di adottare sottomarini a propulsione nucleare risale al 2001, quando uno studio governativo classificato concluse che il programma avrebbe comportato difficoltà legali e costi eccessivi, inducendo ad abbandonare l’idea. Tale orientamento è stato ribadito nel settembre 2024, quando il Segretario di Gabinetto Yoshimasa Hayashi dichiarò che il Giappone “non ha intenzione di dotarsi di sottomarini nucleari”, aggiungendo che una tale scelta sarebbe “difficile da attuare nell’attuale quadro normativo”.

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