RIVISTA ITALIANA DIFESA
Ricomincia in grande stile la campagna di bombardamenti invernali russa 11/10/2025 | Igor Markic

Nella notte tra il 9 e il 10 ottobre 2025, i Russi hanno lanciato uno degli attacchi più massicci dell’anno contro le infrastrutture energetiche ucraine, dispiegando 465 droni e 32 missili di vario tipo, tra cui 2 aeroballistici KINZHAL Kh-47M214 missili balistici ISKANDER-M e KN-23 e 16 missili da crociera ISKANDER-K e Kh-vari. L’attacco ha preso di mira centrali idroelettriche e termoelettriche (almeno 2 per ciascuna tipologia) in 9 Oblast del Paese, causando blackout diffusi proprio mentre l’Ucraina si prepara ad affrontare il prossimo inverno.

Le difese aeree ucraine hanno intercettato 405 droni e 15 missili, ma gli ordigni che hanno raggiunto i loro obiettivi hanno provocato devastazioni significative. A Zaporizhzhia8 droni5 missili da crociera e 5 bombe UMPK hanno colpito le aree circostanti la centrale idroelettrica Dniprovska e zone industriali e residenziali della città. L’installazione era già stata colpita almeno 3 volte (a marzo, maggio e giugno 2024) e, a quanto si sapeva, l’impianto aveva cessato la generazione di elettricità sin dal primo attacco. In ogni caso, l’attacco ha causato la sospensione temporanea del traffico attraverso la diga, con deviazioni su ponti alternativi.

Kyiv, dove si è concentrata la parte più intensa dell’attacco, diversi impianti energetici sono stati colpiti da numerosi droni e missili ISKANDER sia in versione balistica sia da crociera, causando interruzioni di corrente e dell’approvvigionamento idrico in ampie zone della capitale, in particolare nei quartieri di Desnjanskij, Dniprovskij e Darnyckij. I blackout, ancora in corso, hanno coinvolto tra le 300.000 e 600.000 utenze domestiche e hanno paralizzato i trasporti pubblici, incluso il sistema metropolitano. Almeno 12 civili sono rimasti feriti, mentre pezzi di ricaduta di un drone colpito hanno investito un palazzo nel quartiere di Pecherskij provocando un incendio.

Al di fuori di Kyiv, ma nel suo Oblast, almeno 1 impianto energetico è stato preso di mira, con blackout segnalati nei distretti di Brovarskij e Boryspilskij, dove 3 condomini e numerosi veicoli sono stati danneggiati nella città di Brovary. È stato notato come gli attacchi su Kyiv e dintorni abbiano visto un basso numero di missili da crociera come il Kh-101 o il KALIBR in favore di un impiego molto più ampio di droni accompagnati da missili balistici e aeroballistici, scelti per la loro maggiore difficoltà di intercettazione e per il tempo di volo molto più breve.

Un missile balistico lanciato dalla Russia occidentale impiega 3-6 minuti per colpire Kyiv, contro l’ora necessaria a un missile da crociera. A rendere tutto più complicato, il Cremlino ha scelto di colpire con il maltempo: cielo coperto e visibilità scarsa hanno ostacolato il lavoro delle squadre mobili antidroni, armate di mitragliatrici e sistemi portatili molto efficaci nell’abbattere SHAHED/GERAN e GERBERA volanti a bassa quota.

Nella regione di Dnipropetrovsk, l’offensiva russa ha colpito la centrale idroelettrica Seredniodniprovska a Kamjanske, l’unica dell’Oblast (già soggetta a 2 precedenti attacchi nel marzo e nel dicembre 2024), e un’altra struttura industriale, provocando un ferito tra i civili. A Kryvyj Rih, esplosioni sono state segnalate in un’area industriale, causando 3 feriti. I russi hanno inoltre colpito la centrale termoelettrica di Zelenodolsk, già bersaglio di almeno 9 attacchi, l’ultimo dei quali il 7 ottobre. Un altro obiettivo è stata la centrale termoelettrica Prydniprovska a Dnipro, dove un civile è rimasto ferito e sono stati segnalati danni nei quartieri di Samarskij, Sobornij e Cecehlivskij.

Nell’Oblast di Cherkasy, un impianto energetico a Kaniv è stato colpito, provocando blackout e 10 feriti civili, tra cui un bambino. A Svitlovodsk (Oblast di Kirovohrad), diversi condomini sono stati danneggiati, con interruzioni parziali dell’acqua segnalate anche a OleksandriiaZnamjanka e Kropyvnyckij. Nell’Oblast di Poltava, un impianto nei pressi di Kremenchuk ha subito danni, causando blackout parziali in tutta l’area. Nel distretto Nyzhynskij dell’Oblast di Chernihiv, un drone ha danneggiato un impianto energetico e un’infrastruttura ferroviaria, provocando un ferito.

L’attacco del 9-10 ottobre segna la continuazione della campagna russa volta a degradare sistematicamente le infrastrutture energetiche ucraine, ripresa nel settembre 2025 dopo mesi di relativa calma. Si è trattato del più grande attacco al settore energetico del 2025 e di uno dei più significativi dall’inizio dell’invasione su vasta scala della Russia nel febbraio 2022.

L’azione segue di pochi giorni gli attacchi del 2-3 ottobre contro gli impianti di produzione del gas naturale, condotti con almeno 381 droni e 35 missili, in particolare nella regione di Poltava, dove lo stabilimento di Shebelinka è stato pesantemente colpito. Con quest’ultimo attacco – seguito da analoghe azioni contro infrastrutture gasiere negli Oblast di Chernihiv, Sumy e Kirovohrad – circa il 60% della capacità di produzione di gas naturale ucraina sarebbe stato messo fuori servizio, costringendo il Paese a cercare circa 2 miliardi di euro per importare gas dai produttori europei e mantenere operative le centrali termoelettriche.

Gli attacchi alle infrastrutture energetiche si inseriscono in uno schema ripetitivo che non promette nulla di buono per l’inverno alle porte. Con le temperature in calo e la domanda di elettricità e riscaldamento in aumento, le forze russe sembrano voler intensificare la pressione sugli impianti che mantengono in vita non solo le abitazioni civili, ma anche le fabbriche e le strutture militari.

Si prevede che Mosca continuerà a colpire sistematicamente la rete elettrica e gli impianti di gas nelle settimane e nei mesi a venire, sfruttando il freddo come arma psicologica contro la popolazione. La strategia è già stata testata negli inverni precedenti: colpire quando il Paese ha più bisogno di energia, costringendo milioni di ucraini a vivere al buio e al freddo.

Le autorità ucraine e le compagnie Naftogaz e Ministero delle Emergenze stanno avvertendo la popolazione di prepararsi a interruzioni di corrente e spazi abitativi più freddi, mentre Zelenskyj ha lanciato un appello agli alleati per forniture di sistemi di difesa aerea e nuove sanzioni. Ha avvertito: “Se la Russia minaccia blackout a Kyiv, si preparino ai blackout a Mosca.”

Da notare, però, che questo avvertimento era stato lanciato appena il 27 settembre, con risultati deterrenti, a quanto pare, nulli.

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