
La Marina Argentina torna a guardare al mercato dell’usato, per rivitalizzare una flotta da lungo tempo in crisi.
Il focus è su moderne unità scandinave, la cui sostituzione è già stata avviata, ma non di immediata disponibilità e, in alternativa, a piattaforme già in disarmo, sebbene più datate, come le 2 MAESTRALE italiane. In questi ultimi anni, infatti, l’unica nuova acquisizione dell’Armada, negletta da un trentennio, ha riguardato i 4 moderni (ma poco armati) OPV tipo GOWIND francesi, andati a formare nel 2019-2022 la classe BOUCHARD.
Dal 2024 è stato rilanciato invece l’interesse per i sottomarini, poiché i 2 battelli rimasti all’Armada sono da anni inattivi, dopo il disastro del SAN JUAN nel 2017. Tuttavia, anche la situazione delle 10 unità tedesche entrate in servizio negli anni ’80 - e per decenni spina dorsale - della componente di superficie, sta diventando insostenibile. E se le 6 relativamente più recenti corvette classe ESPORA (tipo MEKO-140) risultano ancora utilizzabili, grazie al disarmo di una unità per cannibalizzazione e all’arrivo dei BOUCHARD, per le fregate classe ALMIRANTE BROWN - MEKO-360 - in servizio dal 1983-1984 e classificate cacciatorpediniere, la situazione è al collasso.
Un'ipotesi guarda all’ammodernamento radicale di 3 MEKO-360 in condizioni migliori, cannibalizzando l’HEROINA, ormai da anni fuori servizio. A questo proposito, ad aprile è emersa l’offerta di ASELSAN, impegnata nel MLU delle fregate MEKO-200 della Marina Turca, per effettuare un analogo intervento sulle fregate argentine. Offerta riguardante la sostituzione di armi e sensori obsoleti, e la revisione delle piattaforme, e che poteva allargarsi anche a parte delle corvette.
Il “pacchetto ASELSAN” è ancora sul tavolo, ma nei giorni scorsi il Ministero della Difesa argentino ha ipotizzato anche la possibile acquisizione di 2 fregate di seconda mano. La prima opzione guarda a naviglio scandinavo relativamente recente, e la cui sostituzione è stata annunciata nelle ultime settimane.
Sul tappeto ci sono infatti le 3 fregate da difesa aerea danesi classe IVER HUIFELDT, e le 4 superstiti NANSEN norvegesi. Nel primo caso, si tratta di unità costruite nel 2008-2011 come variante AAW della classe ABSALON. Navi con meno di 15 anni di servizio, per le quali, tuttavia, lo scorso giugno lo Stato Maggiore danese ha raccomandato di non procedere al previsto MLU, dopo che nel corso della missione in Mar Rosso contro gli Houthi erano emersi allarmanti malfunzionamenti tecnici. Raccomandazione che puntava a ottenere navi più sofisticate con capacità di difesa contro missili balistici e ipersonici, che non indicava la vendita delle HUIFELDT, ma solo il loro declassamento a fregate di sorveglianza da affiancare agli OPV. Tuttavia, un’eventuale vendita permetterebbe di recuperare risorse da investire sulle nuove unità.
Circa le NANSEN (consegnate nel 2006-2011), nel 2024 il Governo norvegese aveva già annunciato l’avvio di un programma per 5 nuove FFG più prestanti (più una sesta in opzione), con cui affiancarle già nel 2030, e quindi sostituirle in tempi rapidi. Programma concretizzatosi un mese fa, con la selezione della fregata inglese Type-26, in una versione molto simile a quella adottata dalla Royal Navy.
Tuttavia, è evidente che per le unità delle opzioni “scandinave” occorrerebbe almeno un lustro prima di alzare la bandiera argentina, calcolando anche i tempi necessari ad upgrade e addestramento del personale su navi concepite 30 anni dopo le MEKO. Da qui un’altra opzione posta sul tappeto: acquisire le fregate italiane LIBECCIO e GRECALE, passate in RDT nel 2024-2025.
In questo caso il vantaggio sarebbe duplice: l’immediata disponibilità e il fatto di montare armi e sensori uguali o paragonabili a quelli delle MEKO-360 (si pensi ai cannoni da 127 e 40 mm, al sistema ALBATROS/ASPIDE), senza contare che altre 3 unità sono in disarmo, e potrebbero fornire parti di rispetto. Il limite sta, ovviamente, nell’età di queste navi, spremute a fondo dalla Marina Militare per oltre 40 anni, spesso in missioni operative, anche se GRECALE e LIBECCIO appartengono al lotto ammodernato nel 2005-2009. Non a caso, Buenos Aires considera l’opzione danese come quella preferita, eventualmente guardando a un più limitato upgrade delle MEKO e alle 2 fregate italiane come un semplice gap-filler di pochi anni.
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