
Il secondo tempo della Guerra Fredda, dopo il lungo intervallo seguito al crollo del Muro di Berlino, è in pieno svolgimento. Anzi, in questi giorni sta raggiungendo il suo clou. Stanotte gli aeroporti di Oslo e Copenaghen sono stati chiusi per ore a causa di interferenze di 3 droni (ancora) non identificati.
Degli sconfinamenti di aerei e droni russi nei Baltici, in Polonia e in Romania abbiamo già ampiamente dato conto. Ora, al di là delle dinamiche dei singoli episodi, non c’è dubbio che il quadro complessivo stia assumendo un certo "colore" e che il confronto tra Russia e NATO ha segnato negli ultimi mesi un passo in direzione dell’escalation.
La ragione è piuttosto semplice, banale, anche se in molti fanno finta di non vedere. Oggi – esattamente come accadeva nel primo tempo della Guerra Fredda – Mosca ci testa: nella fattispecie, testa la garanzia politico-militare americana nel pieno del pivot verso l’Asia-Pacifico e degli ondeggiamenti trumpiani. Mosca vuole, in altri termini, capire qual è il margine manipolabile, se e quanto Trump è disposto a investire ancora nella sicurezza degli Europei, e quanto in là può spingersi, e lo fa sul terreno che tradizionalmente conosce meglio. Quello del confronto indiretto, o della guerra ibrida che dir si voglia. Su questo terreno la Russia si sente più forte e sicura, con strumenti ampiamente oliati e collaudati.
L’Occidente, specie l’Europa, invece, segna il passo. Ebbene, è giunto il momento di svegliarsi, cambiare e attrezzarsi, culturalmente e strategicamente. Tradotto in termini operativi ciò significa (anche) dotarsi di una struttura – a livello europeo/NATO e con diramazioni nazionali – formata da esperti in guerra cibernetica, analisti per la guerra cognitiva, specialisti in analisi dei dati, sistemi multi-agente e Modelli Linguistici di Grandi Dimensioni, e così via.
Una sorta di Gladio 2.0, il cui scopo è affrontare, contenere ed eliminare le “infiltrazioni” dell’avversario. Infiltrazioni che avvengono principalmente in rete, sui social, nei forum, ovvero in quel ventre molle delle democrazie in cui l'erosione del nostro sistema di valori prende forma giornalmente e sistematicamente attraverso migliaia di micro-interazioni apparentemente innocue. Occorre, dunque, un esercito di analisti veri, professionisti abituati "leggere il deep fake", a scovare le intelligenze “maligne”, in un mare apparentemente placido di interrelazioni, ed a neutralizzarle evitando che le metastasi si propaghino.
(In foto: un F-35 italiano del 32° Stormo decollato dalla base di Amari, in Estonia, per intercettare un FLANKER russo a tutela dello spazio aereo dei Paesi Baltici, il 13 agosto scorso, nell’ambito della missione NATO BALTIC AIR POLICING. Credit immagine: NATO Air Command).
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