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Trump rivuole la base di Bagram. I Talebani centrali nel nuovo grande gioco 19/09/2025 | Pietro Batacchi

Hanno destato scalpore, e anche ironia, le parole del Presidente Trump, che ha detto pubblicamente di “rivolere indietro” dai Talebani la base di Bagram. In realtà, come ha spiegato anche la CNN, è da mesi che gli Americani farebbero pressioni sui Talebani per riottenere l’accesso alla strategica base.

Curiosamente è stata proprio la prima Amministrazione Trump a volere il ritiro dall'Afghanistan, poi implementato in maniera disastrosa da Biden. Insomma, come purtroppo accade sempre più di frequente negli ultimi 20 anni, le amministrazioni americane, e in generale occidentali, orientano le loro scelte sulla base di passioni e pulsioni delle opinioni pubbliche, che eruttano sempre più incontenibili sui social network, anziché sulla base di considerazioni strategiche.

Invece di guidare le opinioni pubbliche, i nostri politici si fanno guidare. È accaduto, per esempio, anche in Iraq, dove Obama ha prima richiamato le truppe per la “promessa” elettorale, e poi le ha rimandate poco dopo a combattere lo scatafascio e lo Stato Islamico.

E così, adesso, a Washington si sono accorti di quanto sarebbe importante Bagram nell’ottica del confronto con la Cina. La base, fondamentale hub americano e alleato durante i 20 anni di impegno occidentale in Afghanistan, e prima ancora durante l’invasione sovietica, è difatti a soli 500 km in linea d’aria dal confine con la Cina e a circa 700 dal confine con l’Iran. Insomma, si tratta di un sito strategico in un Paese che, pur con le sue infinite contraddizioni, sta tornando centrale nel grande gioco tra USA, da un lato, e Cina e Russia, dall’altro.

(Foto: un C-17 GLOBEMASTER dell'US Air Force in decollo dall'aeroporto di Bagram, in Afghanistan, il 25 settembre 2012)

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