
A conferma delle voci già in circolazione da diverse settimane, il 5 agosto 2025 il Governo australiano – per bocca del Vice Primo Ministro Richard Marles e del Ministro per l’Industria della Difesa Militare Pat Conroy – ha ufficialmente annunciato di aver scelto il progetto delle fregate giapponesi al momento noto come UPGRADED MOGAMI per soddisfare il requisito del programma SEA 3000, relativo a una nuova classe di fregate general purpose per la Royal Australian Navy (RAN). Il processo di selezione finale vedeva il progetto MEKO A-200 presentato dal gruppo tedesco ThyssenKrupp Marine Systems (TKMS) competere con quello del colosso nipponico Mitsubishi Heavy Industries (MHI), già da tempo impegnato nella costruzione di 12 fregate classe MOGAMI per la Marina Giapponese, a cui ne seguiranno altrettante nella variante UPGRADED.
Va evidenziato che la notizia della scelta favorevole a MHI è apparsa quantomeno inusuale ai commentatori politici australiani, perché il Governo locale aveva rivelato ben poco delle relazioni intraprese all’inizio del processo di valutazione con le industrie di Spagna, Corea del Sud, Germania e Giappone, obbligate a firmare un accordo di riservatezza vincolante sulla diffusione di notizie del programma SEA 3000: di conseguenza, pochi dettagli delle loro proposte industriali sono trapelati sulla stampa.
Sorprendente è anche il fatto che la decisione del Governo di Canberra a favore di MHI è maturata con alcuni mesi di anticipo rispetto a quanto preventivato, evento probabilmente legato all’urgenza di ammodernare la “seconda linea” della RAN, un percorso sostanzialmente parallelo al potenziamento generale atteso con la costruzione delle fregate classe HUNTER, notoriamente derivate dal progetto Type 26 britannico.
Nel processo di selezione delle UPGRADED MOGAMI, il Governo australiano si è avvalso del lavoro svolto dall’Independent Analysis of Navy’s Surface Combatant Fleet e l’accelerazione del programma SEA 3000 si concretizza con la decisione di costruire le prime 3 fregate in Giappone, di cui la prima da consegnare alla RAN nel 2029 e da rendere operativa l’anno successivo.
Dopo la scelta del progetto nipponico, il Ministero della Difesa australiano ha intrapreso una nuova fase del processo di procurement, incentrata sul negoziato commerciale con MHI e avente come obiettivo la firma del contratto alla fine del 2025 o nel primo trimestre 2026. Questa programmazione temporale significa che la Marina Australiana avrà in servizio la prima nuova fregata con ben 5 anni di anticipo rispetto a quanto aveva preventivato il precedente Governo ed è un’ulteriore indicazione di quanto detto sopra a proposito di ammodernamento e rafforzamento della RAN.
Dal punto di vista industriale, il potenziamento delle infrastrutture nel comprensorio industriale di Henderson (Perth) permetterà la costruzione in loco delle altre UPGRADED MOGAMI: l’investimento complessivo a Henderson, spalmato su un decennio, è di 55 miliardi di dollari australiani (30,7 miliardi di euro), di cui almeno 10 miliardi (5,5 miliardi di euro) dedicati alla costruzione delle nuove fregate.
Il programma SEA 3000 prevede la costruzione di un massimo di 11 nuove fregate, concepite principalmente per il contrasto alle unità subacquee e per la difesa contraerei/antimissili: le UPGRADED MOGAMI sostituiranno gradualmente gli 8 esemplari di fregate classe ANZAC, entrate in servizio a partire dal 1996 e oggetto di un graduale programma di ammodernamento e potenziamento capacitivo finalizzato anche ad assicurare un’ordinata transizione verso le nuove unità. Note anche come 06FFM nella codificazione governativa nipponica (lo 06 indica l’inizio del programma giapponese, ossia il primo anno di Regno dell’attuale Imperatore Naruhito), le UPGRADED MOGAMI destinate alla Marina di Tokyo hanno una lunghezza fuori tutto di 142 m, una larghezza massima di 17 m e un dislocamento a pieno carico stimato in 6.200 t.
Le migliorie apportate al progetto originale sono legate all’incremento della dotazione missilistica complessiva, incentrata sulle nuove unità su 4 gruppi ottupli di celle verticali per il lancio di missili superficie-aria e di ordigni antisommergibili a cambiamento d’ambiente, tutti di produzione nazionale: si tratta dunque di capacità che permetterebbero alle nuove fregate giapponesi di fronteggiare le minacce missilistiche e subacquee a una distanza d’ingaggio superiore rispetto alle MOGAMI, facendo dunque delle UPGRADED MOGAMI unità con prestazioni non dissimili a quelle dei cacciatorpediniere giapponesi privi del sistema AEGIS.
È ancora troppo presto per conoscere e valutare quali saranno i sistemi d’arma e i sensori elettronici scelti dalla Marina Australiana per le proprie UPGRADED MOGAMI, ma è verosimile che la configurazione generale di scafo e sovrastrutture non sarà molto diversa da quelle giapponesi, caratterizzate da un disegno che esalta la stealthness complessiva e che comprende anche una mission bay per il dispiegamento e il recupero di droni subacquei e di superficie: le sistemazioni aeronautiche contempleranno anche l’impiego di droni aerei.
La palla del programma SEA 3000 passa adesso ai negoziatori di MHI e della Difesa australiana, ma se questo processo non dovesse soddisfare le aspettative di Canberra, vi è una possibilità – abbastanza remota – che si riprenda in considerazione la proposta tedesca. D’altro canto, qualora si dovesse giungere alla costruzione effettiva delle UPGRADED MOGAMI per la Marina Australiana, esse sarebbero le prime navi da guerra esportate dal Giappone negli ultimi 80 anni (se non da sempre).
Va ricordato che nel 2024 il Giappone ha siglato un contratto con le Filippine per la costruzione di nuovi pattugliatori per la Guardia Costiera di Manila, oltre alla fornitura di alcuni sistemi radar per la difesa aerea.
Al di là delle considerazioni di natura industriale, comunque, la scelta delle UPGRADED MOGAMI è una chiara indicazione del rafforzamento dei legami strategici fra Tokyo e Canberra, in un teatro qual è quello dell’Indopacifico in cui Giappone e Australia stanno investendo somme significative per rafforzare la deterrenza, l’interoperabilità e la resilienza della supply chain. L’esportazione del Giappone di importanti unità di superficie quali le UPGRADED MOGAMI a un autorevole alleato regionale come l’Australia non è semplicemente un’importante pietra miliare del procurement militare nipponico, ma anche una chiara espressione di obiettivi condivisi per far fronte alla crescente espansione militare della Repubblica Popolare Cinese.
Seguiteci sui nostri canali Telegram, Facebook, X e YouTube.