RIVISTA ITALIANA DIFESA
La standardizzazione degli strumenti militari nel moderno contesto multidominio 28/08/2025 | Primo Corazza

La Guerra in Ucraina ha permesso agli addetti ai lavori – industriali, militari e politici – di apprezzare le difficoltà che il moderno contesto operativo multidominio pone alla standardizzazione dei sistemi d’arma e dei processi operativi.

Facciamo un salto indietro. Le operazioni multidominio sono la naturale evoluzione delle operazioni joint, evoluzione imposta in via prevalente dalla “Rivoluzione 4.0”, ovvero dall’automatizzazione e dall’interconnessione dei processi operativi, caratterizzati da grande utilizzo di dati, spinta interazione uomo-macchina e costanti passaggi reale-virtuale. Il Dominio operativo dove ciò trova naturale sviluppo è quello Cyber, all’interno del quale si collocano anche le maggiori innovazioni, le cosiddette tecnologie “disruptive”, come l’Intelligenza Artificiale, il calcolo quantistico e i Big-data. Il Dominio Cyber ha una caratteristica unica rispetto a tutti gli altri domini codificati: non ha caratteristiche fisiche e permea tutti gli altri, condizionandone ogni attività che in essi trova luogo e si sviluppa. Inoltre, nel Dominio cyber risiedono le “Informazioni”, la cosa più gelosamente custodita da ogni entità statuale e non, il baluardo della Sovranità nazionale.

In questo contesto, profondamente mutato, le modalità di standardizzazione utilizzate ieri non sono più sufficienti per garantire l’integrazione e l’interscambiabilità di sistemi d’arma e di equipaggiamenti. Banalmente, il calibro di una granata di artiglieria o di un razzo non è più sufficiente a permetterne il lancio da un obice o da un sistema di lancio, se questi non sono predisposti all’utilizzo di quella specifica munizione, le cui caratteristiche devono essere note al sistema automatizzato di lancio e di controllo delle traiettorie. Stesso discorso vale nel settore aeronautico, dove velivolo e armamento sono strettamente legati a livello software. Sarà così anche nel campo dei droni, dove si sta sviluppando l’interazione tra piattaforme manned e unmanned (MUM-T) ed è già così nel mondo delle Software Defined Radio (SDR), che come presupposto hanno la condivisione delle diverse forme d’onda, cosa che non sempre gli Stati sono disposti a concedere. In sintesi, per garantire l’efficacia di sistema delle alleanze militari, già oggi c’è bisogno di forzare il principio di Sovranità nazionale, nei suoi aspetti tecnologico, industriale e informativo.

L’alternativa l’abbiamo davanti a noi: sistemi d’arma apparentemente uguali ma sostanzialmente diversi, con varianti nazionali che non permettono scambi di munizionamento o di macro-componenti senza dover procedere a complesse predisposizioni software, che quasi sempre richiedono estenuanti negoziazioni tra industrie produttrici e tra gli stessi Governi. Non parliamo di teorie, ma di fatti reali che gli addetti ai lavori ben conoscono e che iniziano a comparire anche sui mass-media, visto il crescente interesse delle opinioni pubbliche sul tema Difesa e sicurezza.

Analogo discorso può essere fatto sul piano delle procedure operative. Se ieri era sufficiente avere in comune la dottrina, oggi ciò non basta più. I processi decisionali e di condotta delle operazioni si affidano in misura sempre maggiore all’automazione e, in un prossimo futuro, all’Intelligenza artificiale. È un trend inarrestabile, anche per la moltiplicazione qualitativa e quantitativa delle minacce che si devono fronteggiare, la crescente potenzialità ed efficacia di sistemi d’arma di larga diffusione e, infine, la complessità e trasparenza dell’ambiente operativo. Più sono numerosi i sistemi di Comando e Controllo che devono interagire tra loro e maggiori sono le possibilità di problemi tecnici, le vulnerabilità ad attacchi di natura cyber e i rischi di danni collaterali.

L’attuale contesto geopolitico, dove il confronto tra Potenze è globale e continuo, unitamente all’affermarsi di un ambiente operativo multidominio e multidimensionale, chiedono un diverso approccio alle alleanze militari, dove la dimensione politica prevale prepotentemente anche a livello tecnico-militare. Non bastano più requisiti militari comuni; oggi bisogna mettere in comune parti importanti delle Sovranità nazionali.

L’alternativa è chiudersi ciascuno nella propria Fortezza Bastiani, con gli esiti che tutti conosciamo.

 

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