RIVISTA ITALIANA DIFESA
Cosa resta dell'MBT nell’era dei droni? 28/07/2025 | Pietro Penge

Ogni veicolo militare (terrestre, navale o anche, benché in minor misura, aereo) rappresenta il risultato finale di una serie di scelte costruttive e operative che attengono a 3 parametri fondamentali fra loro confliggenti in termini di requisiti e, pertanto, il cui bilanciamento ne costituisce la caratteristica fondamentale.

Questi 3 parametri fondamentali (che poi, in realtà, sono 3 “famiglie” di parametri raggruppati), la cui combinazione viene normalmente definita come “formula tattica”, sono la potenza di fuoco, la mobilità e la protezione. Un mezzo estremamente mobile dovrà giocoforza essere leggero, quindi non potrà essere dotato di robuste protezioni passive e di un pesante armamento; un mezzo molto ben protetto (da un punto di vista puramente balistico) sarà necessariamente pesante, quindi con una scarsa mobilità; un mezzo molto ben armato dovrà sacrificare parte del peso disponibile al trasporto del suo sistema d’arma, riducendo la protezione, ovvero accrescere ulteriormente il peso a detrimento della mobilità.

Esistono chiari esempi di mezzi che privilegiano l’una o l’altra caratteristica per ogni Forza Armata, con un’evoluzione nel tempo che ha giocoforza seguito gli sviluppi tecnologici: gli incrociatori da battaglia degli albori del XX Secolo, il Mitsubishi A6M ZERO, il BV-206 e derivati, sono chiari esempi di sistemi nella cui progettazione la mobilità (declinabile anche come agilità) ha costituito il parametro chiave, a detrimento in primis della protezione e, in parte, anche dell’armamento. Per contro, le prime corazzate monocalibro tipo DREADNOUGHT, l’A-10 THUNDERBOLT, il CHIEFTAIN hanno privilegiato la protezione e l’armamento sulla mobilità, mentre mezzi come il BOXER tedesco e il NAMER israeliano privilegiano fortemente la protezione, e in parte la mobilità, a discapito dell’armamento. Ogni mezzo, nave o aereo ha dovuto, da sempre (e pur con l’ovvia contestualizzazione nella sua epoca e generazione), sottostare ad un attento bilanciamento di questi 3 fattori fondamentali, e ha tratto le logiche che hanno guidato tale bilanciamento non tanto dal compito da assolvere o dalle caratteristiche del terreno su cui tali compiti avrebbero dovuto essere assolti, ma primariamente dalla dottrina d’impiego delle Forze Armate che lo hanno concepito.

(In foto, un BAYRAKTAR TB-2 dell'Aeronautica Ucraina. Questi droni armati sono stati i protagonisti assoluti della prima fase della "guerra dei droni" tuttora in corso, imponendo un pesantissimo pedaggio ai Russi in avanzata e guadagnandosi rapidamente una meritatissima fama) 

L'articolo completo è pubblicato su RID 8/25, disponibile online e in edicola.

 

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