
A oltre 2 anni dalla comparsa sul teatro ucraino delle bombe plananti russe, lo scorso 25 giugno l’Aeronautica Ucraina ha condotto con successo il primo test operativo di una bomba dotata di un modulo UMPK di sviluppo nazionale.
Ricordiamo che UMPK si riferisce al kit di planaggio che equipaggia le bombe FAB (Unifitsirovannogo Nabora Modulei Planirovanie i Korekcii, traducibile appunto come "complesso unificato di moduli per il planaggio e la correzione").
Nel corso del test, un Su-24M ha sganciato una bomba FAB-500 equipaggiata con un kit progettato e realizzato dall’azienda ucraina Medoid Design Bureau (della quale non si hanno informazioni). Dall'analisi del video che immortala lo sgancio della FAB-500 con kit UMPK, si può notare la notevole somiglianza del modulo planante ucraino con quello russo: è molto probabile che gli ingegneri ucraini si siano basati su esemplari dei kit russi rinvenuti a seguito di bombardamenti.
Già nel 2024, l’Aeronautica Ucraina aveva condotto una serie di test preliminari sul kit UMPK, progettato per convertire le bombe FAB-500 – e con ogni probabilità anche le FAB-250 – in ordigni plananti. Al momento non è possibile determinare se i prototipi sperimentati fossero dotati di un sistema di guida. L’obiettivo principale del kit resta quello di estendere la distanza di sgancio dal bersaglio, permettendo così alla piattaforma di lancio di operare al di fuori della portata dei sistemi di difesa aerea nemici.
Il kit testato il 25 giugno sembrerebbe invece disporre effettivamente di un modulo di guida che, similmente a quelli sviluppati dalla controparte russa, permetterebbe non solo lo sgancio dell'ordigno a circa 60 km dal bersaglio (con la possibilità, secondo diverse fonti ucraine, di aumentare questa distanza a 80 km), ma consentirebbe, tramite sistemi di navigazione inerziale e di guida satellitare, di guidare la bomba direttamente sul bersaglio e di modificarne la traiettoria durante la planata. Inoltre, incrociando diverse fonti, sembrerebbe che sia il sistema di navigazione sia il supporto planante siano stati prodotti interamente in Ucraina, ad eccezione di alcune componenti elettroniche.
La scelta di sviluppare una soluzione nazionale è legata alla necessità di sopperire alle limitate forniture occidentali di tale tipologia di munizionamento. L'Aeronautica Ucraina dispone infatti di sistemi tecnologicamente più avanzati, come le bombe guidate AASM HAMMER francesi o le GBU-39 SDB statunitensi, ma in numeri molto ridotti. Inoltre, il costo unitario di ciascun kit UMPK si dovrebbe essere intorno ai 25.000 dollari, il che renderebbe l’impiego del sistema decisamente costo-efficiente. L’utilizzo del kit consentirebbe in aggiunta di valorizzare le ampie scorte di bombe FAB di epoca sovietica, mantenendo bassi i costi di produzione.
Tuttavia, non mancano le criticità, a partire dal piano operativo. I sistemi di EW russi, capaci di disturbare i segnali GPS, potrebbero compromettere la precisione della navigazione del modulo, come già osservato nel caso delle UMPK russe. Sebbene sia prevista l’integrazione di dispositivi anti-jamming, i tempi di implementazione restano incerti. A livello industriale, vi sono poi da tenere conto le difficoltà nella catena di approvvigionamento e le limitate capacità produttive, sempre più messe in ginocchio da oltre 3 anni di guerra. A queste si aggiungono ostacoli di natura burocratica e finanziaria: sebbene il modulo abbia ormai superato le fasi finali di test e sia prossimo all’approvazione da parte del Ministero della Difesa, la carenza di fondi sta rallentando significativamente l’avvio della produzione su larga scala, tanto che è stata lanciata un iniziativa di crowdfunding per contribuire alle spese.
(immagine Defense Express)
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