
Lo storico Vertice NATO in corso a L’Aia sarà ricordato come il Vertice delle guerre e del 5%, ovvero il Vertice nel quale l’Alleanza Atlantica, sotto la spinta dell’Amministrazione Trump e degli eventi, ha formalizzato la soglia del 5% del Pil da destinare alla Difesa.
Un obbiettivo che sembra veramente ambizioso e sfidante, specie per alcuni Paesi, compresa l’Italia, ma che in realtà è alla portata e che, alla fine, non è detto si materializzi. Sì perché, innanzitutto, c’è da dire che questo 5% va spacchettato in un 3,5% di spese militari per così dire dirette e in un 1,5% di spese riguardanti mobilità, infrastrutture, cyber, ecc. Spese, queste ultime, a carattere evidentemente duale.
Il target temporale per il raggiungimento del 3,5% viene fissato poi al 2035: in 10 anni, i Paesi membri avranno così modo e tempo di alzare progressivamente la spesa in Difesa, senza eccessivi scossoni e squilibri. Anzi, al 2029 viene fissata una “review”: Trump a quel punto non ci sarà più e, forse, anche il contesto di minaccia potrebbe essere cambiato e più “benigno”. Insomma, la NATO è prima di tutto un’organizzazione politica, e la politica deve fare sempre la sintesi tra tutte le esigenze. Per l’Italia e per tutti gli altri Paesi con deficit e debito pubblico strutturalmente alti questa progressività è sicuramente un successo.
Ma il vertice de L’Aia non è solo spesa militare. Ieri, durante il NATO Summit Defence Industry Forum, Belgio, Germania, Canada, Danimarca, Grecia, Italia, Olanda, Norvegia, Polonia, Svezia, Turchia e UK hanno sottoscritto un impegno per acquisizione congiunta, stoccaggio, trasporto e riciclaggio di materie prime critiche per le applicazioni riguardanti la Difesa (titanio, litio, ecc.).
Allo stesso tempo, il programma Multinational Multi Role Tanker Transport Fleet (MMF), lanciato nel 2012, ha visto l’ingresso di 2 nuovi Paesi, Danimarca e Svezia, mentre la NATO Support and Procurement Agency (NSPA) ha firmato un contratto con Airbus DS per il procurement di 2 A-330 MRTT addizionali. In questo modo la flotta di velivoli MMF cresce a 12 unità.
In aggiunta, viene reso pubblico l’Updated Defence Production Action Plan, lanciato a febbraio con l’obbiettivo di aggregare la domanda e accelerare la crescita delle capacità industriali e della produzione, istituita la Commercial Space Strategy, per un utilizzo delle risorse spaziali commerciali a fini militari, e prende il via pure il NATO’s Rapid Adoption Action Plan, per rendere più speditivo il procurement.
Seguiteci sui nostri canali Telegram, Facebook, X e YouTube.