
La nascita del Vietnam moderno risale alla primavera del 1975. Dal punto di vista istituzionale, la proclamazione della Repubblica Socialista del Vietnam, che poneva fine alla suddivisione del travagliato Stato peninsulare nato dopo la vittoria dei Viet Minh a Dien Bien Phu nel 1954, data 2 luglio 1976.
La Marina Popolare Vietnamita (Hai Quân Nhân Dân Viet Nam, o Vietnam People’s Navy-VPN) nasce ufficialmente quel giorno, sebbene il Governo insurrezionale guidato da Ho Chi Minh, che aveva proclamato la Repubblica Popolare all’indomani della fine della Seconda Guerra Mondiale, avesse già attivato il 19 luglio 1946 un servizio navale militare, poi trasformatosi - ma all’epoca solo nelle regioni settentrionali controllate dalle forze comuniste - nella VPN (7 maggio 1955). La storia navale del Vietnam per 20 anni fu segnata dalla guerra tra gli Stati rivali insediatisi a Nord e a Sud del 17º Parallelo, combattuta anche dalle rispettive Marine, oltre che da quelle intervenute dall’esterno, soprattutto la US Navy.
Fregate e corvette per una Brown Water Navy
La riunificazione non portò automaticamente la pace, poiché oltre a sacche di resistenza anticomunista interne, sino al 1992 protrattesi a bassa intensità, ma con violenti combattimenti alle frontiere con Thailandia, Laos e Cambogia, proprio l’intervento in quest’ultimo Paese coinvolse, tra il 1978 e il 1989, l’appena riunificato Vietnam in un nuovo, sanguinoso conflitto, poi sfociato in uno scontro con la Cina: prima frontale (febbraio-marzo 1979), quindi sino al 1991 con caratteristiche più limitate; ma anche in mare, come quando il 14 marzo 1988, dopo mesi di manovre e provocazioni reciproche, navi da guerra cinesi intercettarono e distrussero 3 navi anfibie vietnamite a Johnson South Reef, nelle Spratly. Il ritiro vietnamita dalla Cambogia, seguito negli anni ‘90 dalla fine della Guerra Fredda e dal venire meno del supporto sovietico al Vietnam, hanno spinto Hanoi a normalizzare i rapporti con la Cina, divenuta nel tempo un forte partner commerciale, mentre l’apertura all’economia di mercato comportava il riavvicinamento anche all’Occidente, Stati Uniti compresi. Nonostante perdurino le dispute marittime sugli arcipelaghi delle Paracel (già al centro nel 1974 di uno scontro navale tra unità da guerra della PLAN e del Sud Vietnam) e delle Spratly, tensioni andate anzi intensificandosi negli ultimi 15 anni, nel 2012 il Governo vietnamita ha approvato una “Legge del mare” che, tra le altre cose, conferma la giurisdizione nazionale anche sulle isole contese. In tale contesto, il Vietnam ha avviato un importante processo di modernizzazione e potenziamento della VPN; processo che fa leva sia sul tradizionale rapporto con Mosca, sia su nuove partnership: l’olandese Damen, i colossi giapponesi e sudcoreani. E come queste realtà, potrebbe avere spazio di manovra anche Fincantieri, già presente nei settori civili con la controllata Vard a Vung Tau, facendo fede sull'altra strategia vietnamita, che punta sulle crescenti capacità cantieristiche nazionali, potenziate con know-how straniero.
Processi rilanciati con una legge-quadro per la Difesa nazionale varata nel 2018, seguita l’anno successivo da una nuova edizione del Libro Bianco: documenti ispirati al modello di programmazione occidentale, ma che hanno ribadito il ruolo del Partito Comunista sia nella catena di comando - che a Generali e Ammiragli ancora affianca i sempiterni Commissari politici a tutti i livelli - sia nel conservare ingenti riserve di personale inquadrato nelle milizie popolari paramilitari (vedi il box nella pagina accanto).
L'articolo completo è pubblicato su RID 7/25, disponibile online e in edicola.
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