
Il sistema missilistico ISKANDER rappresenta una delle capacità di attacco tattico più sofisticate e versatili della Russia. Sviluppato per sostituire i sistemi sovietici OTR-23 OKA e OTR-21 TOCHKA U (e, a dir la verità, anche l’R-17, più noto come SCUD, cioè con la sua designazione NATO), l’ISKANDER, in realtà, ha un’importanza che va oltre le sue capacità tattiche, rivestendo una spiccata centralità negli approcci russi alla gestione di escalation conflittuali, visto che, al pari di molti altri armamenti riconducibili alla sua stessa categoria, il sistema copre un ventaglio che va dalle possibilità di ingaggi convenzionali di precisione alla minaccia dell’uso di armi nucleari non strategiche.
Utilizzato dai Russi sin dal 2006, l’ISKANDER è stato impiegato in numerosi conflitti, tra cui la Guerra russo-georgiana del 2008, la Seconda Guerra del Nagorno-Karabakh del 2020, la guerra civile siriana, e, soprattutto, nel corso dell’attuale Guerra in Ucraina. Inoltre, il suo schieramento a Kaliningrad, Bielorussia e Karelia ha provocato tensioni con la NATO e i Paesi confinanti, a dimostrazione del suo impiego anche come strumento di pressione strategica.
Un po’ di storia
Le origini del sistema ISKANDER risalgono alla fine degli anni '80, ancora in epoca sovietica, quando divenne evidente la necessità di sostituire il missile OTR-23 OKA (SS-23 SPIDER secondo la NATO). Il principale impulso, difatti, fu dato proprio dall’eliminazione di quest’ultimo in seguito al Trattato INF (Intermediate-Range Nuclear Forces) del 1987, che proibiva i missili balistici e da crociera lanciati da terra con una gittata compresa tra 500 e 5.500 km. I primi lavori di progettazione iniziarono nel dicembre del 1988 sotto la direzione di Sergey Nepobedimy, progettista di armamenti missilistici presso il KBM (Kolomna Engineering Design Bureau).
Lo sviluppo proseguì nonostante i profondi sconvolgimenti politici seguiti alla dissoluzione dell’URSS nel 1991, e, durante quel decennio, il programma assunse il nome in codice TENDER. Il primo lancio riuscito di un missile avvenne nel 1996, e, fra il 1998 e il 2005, almeno 13 test di volo vennero completati presso il poligono di Kapustin Yar.
La produzione seriale di quello che oramai era stato denominato 9K720 ISKANDER (SS-26 STONE per la NATO) iniziò infine nel 2006, anno in cui il sistema fu ufficialmente adottato. Già nel 2007, la Russia testò la variante da crociera R-500 (con il quale il sistema nel suo complesso assunse la denominazione 9M728 ISKANDER K SSC-7/8 per la NATO), sviluppo che divenne presto oggetto di controversia, poiché gli Stati Uniti sostennero come sia il 9M728 che un suo successore, il 9M729, violassero il Trattato INF a causa delle loro gittate stimate superiori ai 500 km.
Un’ulteriore evoluzione avvenne nel 2010, quando la Russia testò una versione aggiornata del sistema nel suo complesso, il 9M723 ISKANDER M, entrata poi in servizio nel 2012 e divenuta rapidamente quella più numerosa.
Fu molto probabilmente già a partire dall’inizio del 2014 che venne resa disponibile la versione da esportazione 9M723E ISKANDER E, mentre, secondo quanto dichiarato da un Direttore Generale del KBM nell’aprile 2024, un’opera di continuo perfezionamento del sistema basata sull’esperienza di combattimento in Ucraina è in corso di volta in volta sui batch di produzione attuali, cosa che è stata confermata anche da fonti ufficiali ucraine sulla base dei rottami rinvenuti e dei comportamenti di volo osservati.
L'articolo completo è pubblicato su RID 7/25, disponibile online e in edicola.
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