RIVISTA ITALIANA DIFESA
Proseguono le operazioni aeree israeliane in Iran 18/06/2025 | Andrea Mottola

Nelle ultime 24 ore è proseguito il trend di raid aerei israeliani su decine di obiettivi iraniani.

Pacchetti di 50/60 caccia F-15, F-16 ed F-35, in aggiunta a UAV MALE HERMES 900 ed EITAN, hanno eliminato bersagli su Tabriz, Teheran, Isfahan e Kermanshah.

Finora, sono state distrutte più 75 batterie di missili di difesa aerea iraniani, il che ha garantito sia la superiorità aerea israeliana sull’Iran occidentale, sia l’apertura di corridoi per l’eliminazione di altri obiettivi situati più in profondità del territorio iraniano (centro-orientale).

I siti militari nell’area di Tabriz sono stati ancora pesantemente bersagliati. Nello specifico è stato eliminato un lanciatore di missili terra-aria MIM-23B di un sistema di difesa aerea a medio raggio I-HAWK e un sistema KHORDAD, entrambi colpiti da missili da crociera DELILAH-2, nonché ulteriori lanciatori di missili balistici e infrastrutture della base locale.

Molto colpita l’area di Isfahan, dove i raid israeliani si sono concentrati sulla locale base aerea che ospita gli ultimi 6/7 caccia intercettori F-14A TOMCAT considerati ancora operativi (gli altri 8/10 non volano da mesi), sebbene il loro ritiro dal servizio attivo fosse previsto nel primo semestre del 2025. Colpita anche la guarnigione Ashoora appartenente all'8ª Divisione corazzata Ashraf delle forze terrestri delle IRGCa Vila Shahr Najafabad vicino a Isfahan, insieme ad un centro logistico, ad una raffineria di petrolio e ad un magazzino situato nei pressi della stazione di polizia stradale di Morchekhort (provincia di Shahinshahr) che avrebbe ospitato missili balistici, contenitori di carburante e ossidante. In tali raid sono stati coinvolti caccia multiruolo F-15I, uno dei quali ha dovuto sganciare almeno serbatoio aggiuntivo per alleggerire l'aereo e poter manovrare adeguatamente per eludere uno o più missili terra-aria. Uno di questi, peraltro, dovrebbe essere responsabile dell’abbattimento di un UAV MALE HERMES 900.

Su Teheran sono stati colpiti diversi obiettivi. Gli UAV armati EITAN e HERMES 900, hanno colpito alcuni sistemi di difesa aerea in movimento sulle strade della capitale Tehran utilizzando missili aria-superficie MIKHOLIT. Gli impianti di produzione di armi e munizioni di Parchin e Lavizan, (est di Teheran) sono stai pesantemente bombardati, nonché il complesso aerospaziale Hemmat e Bagheri di Khojir, a sud-est della capitale, vicino al villaggio di Hajarabad, noto per essere uno dei più grandi siti di produzione di missili balistici. Colpite anche una raffineria, l'Università Imam Hussein, il quartier generale della polizia a Rashid Yassemi e un edificio appartenente al Ministero degli Esteri nell’area settentrionale della capitale. A Mahdasht Karaj, periferia nordoccidentale di Teheran, è stata pesantemente bersagliata la base aerea di Fath, principale infrastruttura dell'Aviazione dell'Esercito IRGC.

Per quanto concerne Kermanshah, l’IAF ha bombardato la base aerea locale eliminando 8 elicotteri AH-1J COBRA inquadrati nel 1° Gruppo d'Assalto. Al raid ha partecipato almeno un HERMES 900.

Infine, sfruttando uno dei suddetti corridoi, gli israeliani hanno colpito anche il centro spaziale di Shahroud, nell’Iran nordorientale

Come detto, il grosso degli attacchi si è concentrato sulla degradazione delle restanti capacità antiaeree iraniane e sui lanciatori di missili balistici. La progressiva eliminazione di oltre 1/3 di questi ha fortemente limitato la capacità di lancio iraniana di tali vettori, tant’è che, rispetto ai primi 3 giorni, le ondate si sono ridotte progressivamente a 15/12 missili (soprattutto EMAD e 3/4 FATTAH-1) in massimo 2 ondate, oltre il 90% dei quali intercettati o finiti in aree disabitate (secondo le fonti ufficiali israeliane). Il grosso dei lanci è avvenuto dalla zona di Isfahan, quindi, da una posizione più interna al territorio iraniano che richiede una gittata di almeno 1.600 km, il che limita la tipologia di missili utilizzabili principalmente a quelli a combustibile liquido, in grado di coprire distanze maggiori sebbene richiedano una preparazione al lancio più lunga e visibile. Ciò va ad ostacolare la tattica utilizzata dagli iraniani negli ultimi 2 giorni, quando si sono resi contro di aver perso quasi un terzo dei loro veicoli di trasporto e lancio, che prevede l’uscita dai bunker e il rapido posizionamento di 2/4 TEL, lancio e fuga prima che gli israeliani riescano a raggiungere e colpire i TEL. In precedenza, invece, venivano posizionate decine di lanciatori TEL contemporaneamente.

Relativamente ai sistemi antiaerei, laddove i sistemi a lungo raggio come gli S-300 e i BAVAR 373, ammesso che questi ultimi siano realmente operativi, sono stati resi inoperativi dall’eliminazione dei radar di allerta precoce nell’Iran occidentale, quelli a medio e corto raggio, sono ancora attivi, sebbene in numeri progressivamente ridotti. Alcuni – più di una decina - sono stati spostati dalle basi missilistiche dagli impianti nucleari che proteggevano, e riposizionati nella parte occidentali attivando i propri radar ad intervalli casuali per ridurre le probabilità di rilevamento da parte dei cacciabombardieri e degli UAV israeliani.

Totalmente assente l’Aeronautica, considerando che in 5 giorni e poche testimonianze di attività volativa di aerei da combattimento iraniani risale al 13 mattina (MiG-29 dell'11° Squadrone di base all'aeroporto di Mehrabad è stato visto in volo per 15 minuti sulla capitale, mentre nel pomeriggio dalla base di Dezful sono decollati un paio di F-4 che hanno sorvolato diverse città del Khuzestan, nonché un F-5E visto a bassa quota su Ahvaz) e al 17 pomeriggio, col passaggio di un F-4E sopra Kermanshah e Tabriz. Voli più che altro dimostrativi, per evitare lo scoramento della popolazione e per dimostrare una residua capacità – fondamentalmente scenica – di difesa. Tuttavia, non son mai stati segnalati abbattimenti da parte delle squadriglie di 4/6 F-15A/D del 133° Squadrone impiegati per l’esecuzione di missioni di scorta ai pacchetti d’attacco o di pattugliamenti armati sui cieli dell’Iran occidentale (CAP) e del “Siraq”. Attualmente, peraltro, Il regime islamico sta rischierando i suoi aerei VIP da Tehran all’Oman, per proteggerli dagli attacchi aerei israeliani, con almeno 2 A321 atterrati nelle ultime ore a Muscat.

Tuttavia, esistono alcuni elementi che vanno ad alleviare le indubbiamente enormi difficoltà iraniane. Il primo è che, nonostante le dichiarazioni ufficiali e le varie smentite, Israele danni ne ha subiti. Non come lo scorso in occasione dei raid iraniani della primavera 2024, ma neanche zero assoluto. Nello specifico, sono state colpite strutture del Mossad e di unità militari associate (Unità 8200 e 9900), tra cui il complesso dell’intelligence militare di Gilot (Tel Aviv nord), le basi aeree di Tel Nov e Nevatim (che ospita asset fondamentali come F-35 e aerocisterne KC-707), raffineria e centrale elettrica di Haifa, nonché i siti missilistici terra-aria a difesa delle suddette strutture (certamente un DAVID’S SLING o IRON DOME ad Haifa). Sono stati colpiti anche un centro logistico ad Aman e un obiettivo nella zona di Afula che, sebbene non specificato, ha causato esplosioni secondarie e un incendio di grandi dimensioni. Inoltre, la notte scorsa, un missile balistico FATTAH-1 ha colpito l'area di Lod, nei pressi dell'aeroporto Ben Gurion, un altro ha colpito una batteria IRON DOME fuori Netanya, mentre un terzo FATTAH-1 sarebbe stato intercettato su Tel Aviv.

Il secondo, sebbene non sia direttamente ascrivibile ad un successo iraniano, è che ci sono stati almeno 4 casi accertati di malfunzionamenti di sistemi IRON DOME e/o ARROW 2/3, durante i quali i missili intercettori sono precipitati pochi secondi dopo il lancio creando danni non ben specificati – ma presenti - alle strutture vicine e/o che hanno il compito di proteggere. Vero è che con un rateo di lanci imponente come quello necessario a contrastare le testate multiple di vettori balistici iraniani, è quasi matematica qualche avaria. Ma qualche dubbio sulla qualità delle scorte comincia ad emergere

Infine, in Iran IRGC e polizia stanno conducendo una "caccia all'uomo" per individuare le squadre del Mossad che utilizzano droni e missili anticarro (ATGM) e smantellare i laboratori per la produzione di droni, almeno 3 dei quali scoperti a Esfahan, Shiraz e Mashhad. Al momento, sarebbero stati catturati alcuni elementi afghani e iraniani, soprattutto membri attuali o ex del MEK, gruppo terroristico iraniano di sinistra (ma con sede in Iraq) nato per sostenere l'Iraq durante la guerra degli anni '80 e, nel 2003, passato sotto il controllo statunitense.

Ciò detto, nelle prossime 24/48 ore è possibile che ci sia una svolta nelle operazioni con il coinvolgimento sempre più probabile degli USA per “spingere” Khamenei alla resa e/o chiudere definitivamente il discorso nucleare.

(In foto immagine satellitare della base di Kermanshah dopo l'eliminazione degli elicotteri COBRA)


Condividi su:  
News Forze Armate
COMUNICATI STAMPA AZIENDE