RIVISTA ITALIANA DIFESA
Iran vs Israele: il quarto giorno di guerra 16/06/2025 | Andrea Mottola

Nelle ultime 24 ore gli israeliani hanno continuato i raid per sopprimere o distruggere le capacità aero-missilistiche e strategiche iraniane.

Secondo le informazioni ufficiali israeliane, oltre 50 velivoli sono stati coinvolti in attacchi aerei notturni su obiettivi – oltre 100, di cui 60 nell'area di Teheran - per consolidare la superiorità aerea raggiunta sul quadrante occidentale del Paese ed incrementare la libertà d'azione sulla capitale iraniana, ma anche in altri quadranti.

Nello specifico, sono stati colpiti, sistemi di difesa aerea e mezzi annessi, infrastrutture militari e siti strategici. In particolare, è stato nuovamente colpito il complesso missilistico di Tabriz - le cui immagini satellitari delle ultime 24 ore mostrano danni effettivamente considerevoli sia ai lanciatori missilistici che nei pressi degli ingressi dei tunnel sotterranei e delle infrastrutture per la movimentazione dei missili da tali strutture (veicoli, gru) - nonché distrutti ulteriori edifici facenti parte del sito di arricchimento dell'uranio di Natanz, sebbene l’AIEA affermi che il livello di radioattività al di fuori del complesso risulti ancora normale il che indicherebbe l’assenza di danni all’infrastruttura sotterranea dove si trovano le centrifughe. Altri obiettivi militari colpiti, una base di droni e una di supporto logistico delle Forze Aerospaziali delle IRGC ad Ahvaz, la base dell'11° Gruppo di Artiglieria delle Forze Terrestri dell'Esercito Iraniano a Maragheh e un obiettivo non specificato a Bandar Abbas, non è chiaro se sia stata colpita la base navale o un deposito di carburante/gas. Sempre restando sulle basi navali, non ci sono conferme sul vociferato attacco a Bandar Anzali, struttura della Marina iraniana situata sul Mar Caspio. Anche la base Imam Hasan situata a Mahidasht, nei pressi di Kermanshah è stata pesantemente colpita si tratta di una struttura che ospita decine di UAV spendibili SHAHED-136, oltre che di droni da sorveglianza e ricognizione di varie tipologie. Sempre nell’ambito delle installazioni militari, è stata colpita la base aerea di Fat'h di Karaj, che ospita il grosso della flotta ad ala rotante delle IRGC, con circa 40 elicotteri, oltre ad un centro di addestramento per piloti e diverse strutture di manutenzione. Colpito anche uno degli ultimi sistemi radar ancora attivi, in particolare un MATLA-UL-FAJR-1 operante in banda VHF, nonché il sito di difesa aerea di Alvand, a Khomein, dove è stato eliminato un sistema missilistico a medio raggio KHORDAD. Altro raid degno di nota, quello effettuato a Mashad, dove è stata distrutta l’ultima aerocisterna KC-747 ancora operativa, mentre un altro Boeing 747-270C dell'Aeronautica iraniana è stato gravemente danneggiato. Un attacco effettuato a circa 2.300 km da Israele. A Mashad, peraltro, è situato il Palazzo di Malakabad, dove pare si nasconda Khamenei...

Come detto, forte il focus dei bombardamenti su Teheran, dove è stato colpito il quartier generale del Ministero della Difesa e della Logistica nel quartiere di Nobonyad-Pasdaran e l’Aeroporto di Mehrabad in cui sono stati centrati diversi aerei da trasporto dell'Aeronautica Iraniana (più un paio di F-14 esche o, comunque non operativi) e una base missilistica a sud-ovest della città. Distrutto anche un centro ricreativo/estivo delle IRGC a Chamkhaleh, nella provincia di Gilan (nord del Paese), utilizzato dalle milizie Basij per la formazione dei giovani e il deposito petrolifero di Shahran, nella parte occidentale di Teheran quest’ultimo colpito probabilmente da missili aero-balistici GOLDEN HORIZON lanciati dai caccia F-15I RA'AM. Nella stessa area (quartiere Chitgar e Narmak) sono stati colpiti altri 4 obiettivi: la sede dell'Organizzazione Atomica Iraniana, 2 laboratori affiliati e un edificio residenziale presumibilmente utilizzato da un individuo di alto valore. Colpita con forza anche la struttura dell’intelligence dei Pasdaran. In particolare sono stati centrati 6 edifici, centrati da 2 SDB GBU-39/B ognuno, appartenenti al Ministero dell'Intelligence situati nei quartieri Sabounchi, Shariati Ghasr, Noavaran Hoveizeh, Sohrevardi, Piazza Takhti, Zainabieh, in seguito ai quali avrebbe perso la vita il Comandante, Gen Mohammad Kazemi e decine di alti ufficiali dell'intelligence. Nel novero degli obiettivi non militari, è stata bersagliata da diversi impatti l'Università Malek-Ashtar di Teheran e colpite le fabbriche della Iranian Electronics Industries Corporation a Shiraz, azienda che produce schede elettroniche e apparecchiature per le armi iraniane, nonché un laboratorio di ricerca del MOD iraniano ad Isfahan, coinvolto nella progettazione e nello sviluppo di droni d'attacco unidirezionali e impianti petrolchimici ad Ahvaz. In serata, inoltre, è stato colpito l'edificio principale dell'IRIB, la TV di stato iraniana e autentico braccio propagandistico del regime islamico – secondo gli israeliani utilizzato come centro di comunicazione dai Guardiani della Rivoluzione - e ulteriori abitazioni del personale IRGC situate nel complesso residenziale Shahid Bagheri, nella capitale.

Oltre all’esecuzione di missioni pre-pianificate, grazie alla superiorità aerea locale i velivoli israeliani (F-15, F-16 ed F-35) effettuano regolari pattugliamenti armati sullo spazio aereo occidentale dell’Iran, supportati da UAV strategici per il rilevamento e la localizzazione di bersagli d’opportunità, in particolare sistemi antiaerei mobili a medio e corto raggio, soprattutto TOR-M1, dimostratisi una delle pochissime note “positive” della difesa aerea di Teheran, e veicoli da trasporto e lancio (TEL) di missili balistici. Relativamente a questi ultimi, stando alle dichiarazioni ufficiali l’Aeronautica israeliana avrebbe distrutto 1/3 dei lanciatori di missili balistici iraniani (quindi circa 120/125), 20 dei quali sono stati eliminati simultaneamente poco prima del lancio. Durante gli attacchi d’opportunità, sono stati eliminati 2 sistemi antiaerei, tra cui un MERSAD-16 a Teheran e un altro sistema a medio-corto raggio che viaggiava sulla strada che collega Saveh e Teheran.

A corollario delle operazioni aeree, quelle effettuate dai team del Mossad, che da ieri hanno iniziato a colpire le infrastrutture legate all’industria energetica iraniana (gas e petrolio). Tramite l’impiego di droni FPV sono stati colpiti l'impianto petrolchimico di Fajr di South Pars a Kangan, nella provincia di Bushehr, causando una massiccia esplosione. Altra operazione che ha visto il coinvolgimento di alcune delle circa 50 squadre su cui può contare il Mossad (con un totale di 1.000/1.500 facilitatori iraniani) è l’eliminazione tramite missili SPIKE e di concerto con l’Aeronautica di un grande convoglio di veicoli TEL, nei pressi di Asadabad, nella provincia di Hamedan, diretti verso i siti di lancio. In un altro attacco sempre nell’area di Hamedan, droni FPV gestiti dalle suddette squadre hanno colpito una stazione satellitare a Janatabad.

Sempre restando nel novero delle attività del Mossad, ci risulta che nella notte tra il 14 e il 15, l'intelligence israeliana abbia effettuato milioni di telefonate automatiche ai civili iraniani – utilizzando numeri qatarioti, emiratini e sauditi - invitandoli a prepararsi alla guerra facendo scorte di acqua, cibo e carburante. Ciò lascerebbe intendere che le operazioni dureranno ancora diversi giorni.

Dal canto suo, l’Iran continua a mostrare una discreta capacità di risposta tramite il lancio di salve di missili balistici e sciami di UAV (SHAHED-101/136 e KIAN-1ARASH-2), sebbene questi ultimi abbiano fatto pochissimi danni fisici con diversi che peraltro si sono schiantati in Iran, Iraq e Siria. Le Forze Aerospaziali delle IRGC hanno utilizzato missili balistici a medio raggio EMAD, QADER e KHAYBAR SHEKAN equipaggiati con veicoli di rientro supersonici per colpire Haifa e Tel Aviv, con diversi missili che hanno penetrato la rete antiaerea israelo-americana. L'Iran ha lanciato 65 missili balistici in 2 ondate, portando il computo totale a 370 vettori. I missili sono stati lanciati da Teheran, Zanjan, Shiraz, dall’autostrada Qazvin-Karaj, Maahdasht, Kazeroon, Hamedan, Yazd, Salafchegan, Kashan, Shahreza, Tafresh, vicino a Sharifabad. Gli obiettivi colpiti sono stati l'edificio del Ministero degli Affari Esteri israeliano a Gerusalemme e diverse infrastrutture critiche del porto di Haifa (centrale elettrica e raffineria) che sono state pesantemente danneggiate o distrutte, così come una batteria di IRON DOME situata nei pressi della città. Colpita anche la fabbrica di chip Intel di Kriyat Gat.

Nel frattempo, comincia (forse) a muoversi qualcosa dal punto di vista politico. L'Iran, infatti, avrebbe manifestato la volontà di porre fine alle ostilità e di riprendere i colloqui sul suo programma nucleare. Pare che Teheran abbia fatto recapitare tale disponibilità ad Israele e Stati Uniti tramite intermediari regionali, tra cui certamente Cipro.


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