RIVISTA ITALIANA DIFESA
Bourget 2025, il salone delle guerre. Molte novità italiane. Droni, droni e ancora droni 16/06/2025 | Pietro Batacchi

Quest’anno il tradizionale Paris Air Show (PAS) di Bourget si svolge in un momento a dir poco epocale, con 2 guerre in corso – quella in Ucraina e quella tra Israele (le cui aziende, all’ultimo minuto, sono state assenti per ovvi motivi) e Iran – e alla vigilia del Summit NATO dell’Aja, dove verrà presa la storica decisione di elevare la spesa per la Difesa al 5% del PIL (3,5% di spese dirette e 1,5% di spese per infrastrutture, sicurezza e mobilità). Il salone, e non può essere altrimenti, riflette un po' tutto questo, segnalando al contempo la ripresa del settore commerciale. Di quest’ultimo ne parleremo sul reportage completo (che uscirà su RID 8/25); adesso, dunque, concentriamoci sul militare.

Innanzitutto, gli annunci e le novità che hanno caratterizzato la giornata di oggi. Leonardo e Baykar hanno formalizzato la loro joint venture sui droni, che si chiamerà LBA (Leonardo Baykar Aerospace) Systems, dando una decisa accelerata al processo avviato lo scorso febbraio. Questo nuovo player si candida a giocare un ruolo di primo piano su un mercato, quello dei droni, da sempre dominato dalle aziende americane e israeliane, alle quali, ultimamente, si sono aggiunte le aziende cinesi. Gli obiettivi sono ambiziosi, ma le competenze ci sono, le basi di prodotto anche e il mercato è in formidabile crescita. 

Poi MBDA, in particolare MBDA Italia, che ha svelato il nome del nuovo MANPADS per l’Esercito Italiano, che si chiamerà FULGUR, annunciando al contempo la firma del contratto di sviluppo. Si tratta di un prodotto importante, che va non solo a soddisfare un requisito di una primaria forza armata come l’EI, ma che evidentemente potenzia pure il portafoglio prodotti del Gruppo europeo. 

Sempre MBDA ha presentato il suo ONE WAY EFFECTOR, un drone suicida a lungo raggio sviluppato dall’azienda in collaborazione con un’impresa operante nell’automotive, la cui identità non è stata resa nota. Il concetto è quello del drone spendibile, producibile in grandi quantità, sul quale c’è un forte requisito delle Forze Armate francesi.

Per il resto, in questo primo giorno abbiamo già visto anche altre cose interessanti. Sotto lo stand di Leonardo – oltre ai modelloni di AKINCI e TB-3 – campeggia uno dei 4 AW-249 di preserie, con alcuni sistemi d’arma, tra i quali spicca lo stesso FULGUR e un modello di ALE (Air Launched Effects).

Dassault espone un mockup di un nuovo drone: più UCAV di prima fascia che gregario, con configurazione tuttala, presa d’aria dorsale e muso chined a “becco di falco”. Evidente la sua familiarità con il dimostratore NEURON, di cui, appunto, Dassault era prime contractor.

In gran spolvero il RAFALE, presente sotto forma di modello con le insegne di tutti i Paesi clienti, ma nessuna nuova sul fronte SCAF. Il programma non marcia certo spedito, con la guerriglia strisciante della stessa Dassault, che vorrebbe (come sempre) fare da sé, che non accenna a diminuire. Infine, General Atomics e Saab hanno annunciato lo sviluppo di un drone AEW, basato sull’MQ-9B SKY GUARDIAN di General Atomics. La stessa azienda americana espone anche il modellone del suo CCA (Collaborative Combat Aircraft), svelato di recente, YFQ-42A. È chiaro che in Europa c’è un interesse tanto per soluzioni AEW basate su droni – vedi Marina Militare italiana – quanto per droni gregari.

Il reportage completo su RID 8/25.

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