RIVISTA ITALIANA DIFESA
La Guerra Israele-Iran si espande 15/06/2025 | Tommaso Massa e Carolina Paizs

Nella giornata di ieri l’Aeronautica Israeliana ha continuato ad operare indisturbata nei cieli iraniani, colpendo bersagli pop-up come TEL per missili balistici e sistemi di difesa aerea, anche in movimento (come avvenuto a Kermanshah).

La scoperta dei bersagli viene effettuata tramite droni, che garantiscono una persistenza maggiore sull’Iran occidentale sulla regione di Tehran, e i caccia entrano in azione una volta identificati gli obiettivi. A tal proposito, è molto probabile che tali droni operino anche da basi austere al di fuori di Israele: nel sudest della Siria (dove sono stati avvistati alcuni C-130 dell’IAF volare a bassa quota, e dove Israele opera indisturbato), nel Kurdistan Iracheno (dove gli Americani hanno l'infrastruttura per appoggiare simili operazioni), e forse anche in Azerbaijan.

Oltre alla suddetta campagna di interdizione, l’IAF ha iniziato a bombardare l'infrastruttura oil&gas iraniana nel sud del Paese (regione di Bushehr). Tra gli obiettivi colpiti ieri ci sono il South Pars gas field, dove è stata colpita la raffineria (come confermato anche dai media iraniani), e sembrerebbe anche la raffineria di Fajr Jam e il terminal LNG di Kangan (in costruzione).

L’Iran ha risposto in serata, verso le 22, lanciando una nuova ondata di missili balistici contro l’area di Haifa, dove almeno 5 missili hanno bucato la difesa aerea ed è stata colpita la raffineria di Bazan, nei pressi dell’aeroporto, e altri obiettivi nella area attigua del porto.

Mentre l’Iran attaccava nuovamente Israele, l’IAF ha colpito diversi obiettivi nell’area di Tehran (nel corso della notte sono stati colpiti 80 obiettivi e sono stati impiegati una cinquantina di velivoli secondo le IDF), tra cui depositi di carburante (Sahran Oil Depot), il Ministero della Difesa, ed edifici legati al programma nucleare (il Quartier Genrale dell'SPND Nuclear Project) e al comparto militare-industriale. Nella parte est della capitale, a Narmak, è stato attaccato un edificio residenziale, probabilmente nel tentativo di eliminare qualche alta figura dell’IRGC. Nelle ore successive si sono registrate esplosioni e attività della difesa aerea iraniana anche a Isfahan.

Parallelamente, l’Aeronautica Israeliana ha tentato di eliminare il Capo di Stato Maggiore degli Houthi in Yemen con un’operazione mirata.

La contro risposta iraniana è arrivata con 2 nuove ondate di missili, una poco prima delle 02:00 di notte (contro Tel Aviv), l’altra verso le 03:00. Almeno 5 impatti si sono registrati nell’area urbana di Tel Aviv, di cui uno a Bat Yam e uno nei pressi di Rehovot (dove è stato colpito il Weizmann Institute of Science, una delle Università più prestigiose di Israele, e centro di ricerca scientifica nei campi della chimica, biologia e fisica nucleare - ospita anche un acceleratore di particelle). Secondo le IDF, nella notte sono stati lanciati oltre 70 missili, e i feriti in Israele sarebbero oltre 240, mentre i morti almeno 11. Nelle operazioni di abbattimento dei missili iraniani è stato coinvolto anche almeno un cacciatorpediniere classe BURKE dell’US Navy con missili SM-3.

Oltre agli attacchi in Israele, questa notte sono stati lanciati droni, probabilmente ARASH-2, contro alcune basi americane in Iraq, a Erbil e ad Al Asad.

Questa mattina Israele ha risposto bombardando nuovamente a Isfahan (edifici legati al programma nucleare e alla produzione di droni), Shiraz (dove è stata colpita la Shiraz Electronic Industry), Ilam e a Kermanshah.

Secondo i numeri rilasciati dalle IDF, dall'inizio dell'Operazione RISING LION sono stati colpiti 720 obiettivi in Iran in circa 170 attacchi.

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