RIVISTA ITALIANA DIFESA
USA: nasce PULLING GUARD, il programma per una scorta unmanned alle navi mercantili 05/06/2025 | Massimo Annati

Negli Stati Uniti, la DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency, l’agenzia del DoD incaricata dello sviluppo di nuove tecnologie a uso militare) ha recentemente annunciato il lancio di PULLING GUARD, un programma che ha come obiettivo quello di fornire una scorta armata a mercantili in transito in aree a rischio, senza dover ricorrere all’impiego delle tradizionali navi da guerra. Queste ultime, infatti, risultano spesso troppo costose, numericamente limitate e a volte anche “troppo capaci” rispetto al livello della minaccia, in molti casi di natura asimmetrica – come nel caso di attacchi condotti da pirati, miliziani irregolari, o pure da imbarcazioni teleguidate cariche di esplosivo (Mar Rosso docet...).

Il bando di questo programma è stato pubblicato il 1° maggio 2025 e le proposte potranno essere avanzate fino al 25 luglio 2025. Il progetto si svilupperà in 2 fasi: la prima, di 18 mesi, servirà per valutare alcuni progetti più promettenti, e la seconda, di 21 mesi, sarà focalizzata su un numero ristretto di proposte e vedrà il passaggio alle attività di integrazione, produzione e commercializzazione. Entrambe le fasi del programma si concentreranno su 2 aree di interesse principali: da un lato lo sviluppo della piattaforma, dall’altro l’integrazione della componente sensoristica e della kill-chain.

L’elemento forse più innovativo – e senz’altro più dirompente – del programma PULLING GUARD è rappresentato dal fatto che il sistema che sarà sviluppato sarà una piattaforma senza equipaggio che verrà rimorchiata direttamente dal mercantile che essa stessa sarà deputata a proteggere. Seppur trainata, è verosimile che la piattaforma sarà comunque dotata di un sistema di propulsione e di capacità di manovra, considerando che non sempre il mare è calmo e la rotta è costante. Il design sarà modulare, sia sul piano hardware che software, per garantire un’elevata flessibilità e adattabilità a fronte di evoluzioni tecnologiche e minacce in continua trasformazione. Il sistema opererà secondo una logica man-in-the-loop, con un operatore remoto incaricato di supervisionare e gestire simultaneamente più unità, tramite connessioni sicure. La responsabilità della fornitura dell’armamento e del controllo operativo a distanza ricadrà sulla Difesa.

La scoperta e l’identificazione delle possibili minacce dovrà poter avvenire attraverso i sensori della piattaforma, ma anche sfruttando un UAV trasportato che sia in grado in grado di fornire designazione e illuminazione dell’eventuale bersaglio allo scopo di poterlo ingaggiare con un missile leggero, presumibilmente (ma non necessariamente) missili AGM-114L LONGBOW HELLFIRE o AGM-176 GRIFFIN-C.

Un altro aspetto davvero insolito è che la piattaforma sarà di proprietà commerciale e verrà quindi fornita off-the-shelf alla Difesa come “servizio di sicurezza”. Questa decisione, apparentemente orientata a snellire le procedure amministrative di procurement ed esercizio, apre però le porte a non pochi quesiti sul piano legale. Una simile imbarcazione non può essere definita come nave, essendo trainata dal mercantile e quindi una sua appendice; come tale segue la definizione di “nave mercantile”. Ma una “nave mercantile” non può essere armata, caratteristica che in tempo di pace è esclusiva delle navi da guerra. Resterà da comprendere cosa accadrà in caso di attraversamento di acque territoriali di un Paese terzo o addirittura di entrata in un porto straniero, così come nel malaugurato caso di un errore di ingaggio.

Si aprono poi anche i tradizionali dubbi relativi a sistemi d’arma semi-autonomi: cosa accade in caso di perdita della connessione con l’operatore in remoto, sia essa dovuta ad avarie, interferenze, guerra elettronica o attacchi cyber? Più in generale appare problematico il caso della gestione di possibili avarie, vista l’assenza in area di personale tecnico della Difesa o dell’azienda fornitrice del servizio.

A questo punto non resta che sedersi comodi, con una buona scorta di pop-corn, e vedere se il progetto PULLING GUARD verrà davvero realizzato con le modalità descritte nel bando di concorso.

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