RIVISTA ITALIANA DIFESA
F-35: GREEN FLAG e dog-fight 01/07/2015 | Pietro Batacchi

Per la prima volta l'F-35 ha svolto un ruolo da protagonista nella tradizionale esercitazione aerea GREEN FLAG dove si misurano aerei e piloti delle Forze Armate americane ed alleate. Il velivolo di Lockheed Martin è stato impegnato con un ruolo realmente operativo nell'esercitazione dimostrando, secondo quanto comunicato dall'USAF, le sue capacità di sopravvivenza e non subendo nessun abbattimento a fronte di una minaccia rappresentata da aerei intercettori e missili superficie-aria. Un risultato importante alla luce di 2 elementi. Il primo è che nello stesso contesto velivoli come l'F-16 e l'A-10, che l'F-35A dovrà sostituire in seno all'USAF, non hanno riportato gli stessi risultati. Il secondo aspetto, ben più importante, è che l'F-35 è un velivolo ancora in via di sviluppo dal momento che la fase di sviluppo dell'areo terminerà solo nel 2017. E', in pratica, la prima volta che si ottengono in un'esercitazione altamente realistica come la GREEN FLAG risultati del genere. Ovviamente i (tanti) critici del programma si sono affrettati a sostenere che l'esercitazione è stata in realtà uno spot pubblicitario per l'F-35. In realtà, le GREEN FLAG vengono sempre condotte secondo standard elevatissimi ed in ambienti assolutamente realistici. Restando in tema di F-35, ha fatto scalpore di recente anche un presunto report di un test pilot che metterebbe in discussione le capacità dell'F-35 nel dog-fight, ovvero nel cosiddetto duello aereo ravvicinato, sulla base di un test effettuato lo scorso gennaio con un F-16D Block 40. Il report è stato prontamente rilanciato, anche sulla stampa italiana, ma va preso per quello che vale. Per prima cosa il test in questione riguarda un velivolo, l'AF-2, che è sperimentale facendo parte della flotta di aerei per i test costruita da Lockheed Martin nell'ambito della fase di sviluppo del velivolo. Si tratta di 22 velivoli che non sono velivoli di produzione, neppure dei lotti di produzione a basso rateo. Per di più l'AF-2 fa parte dei cosiddetti Flight Test Aicraft ovvero dei velivoli impegnati per le prove di volo sprovvisti di sistema di missione (cosa che li differenzia dai cosiddetti Mission System Aicraft dotati di sistema di missione ed impiegati per la valutazione dei vari blocchi di software). Un altro aspetto importante è che le prestazioni del motore, così come altre prestazioni in generale del velivolo, durante le prove sono “tagliate” e non sono rappresentative di quelle che avranno i velivoli operativi. Per quanto riguarda il casco, di cui si parla nello stesso report, vale la pena considerare che i velivoli operativi, a partire dalla release di software Block 3i, saranno dotati di casco integrato su cui potranno essere proiettati , tra l'altro, anche i dati e le immagini del DAS, il sistema di telecamere distribuito su tutta la superficie del velivolo, cosa che permetterà al pilota non spostare neppure la testa per “cercare” il bersaglio. Uscendo poi da questo contesto, bisogna aggiungere che in scenari reali l'F-35 è dotato di tutta una serie di caratteristiche, dalla bassa osservabilità, alla sensoristica avanzata alla cosiddetta sensor fusion, che, nel loro insieme, fanno sì che il velivolo difficilmente potrà entrare nella “bolla” del dog-fight neutralizzando o eludendo la minaccia molto prima.


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