
In un video diffuso ieri sui suoi canali social, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato che Israele “prenderà definitivamente il controllo dell’intera Striscia di Gaza”: una dichiarazione in linea con quanto deciso dal Gabinetto di Sicurezza israeliano lo scorso 5 maggio, quando è stata autorizzata, appunto, l’occupazione “a tempo indeterminato” della Striscia.
In questo contesto – e per raggiungere questo obiettivo – lo scorso venerdì (16 maggio) le IDF hanno dato il via all’Operazione CARRI DI GEDEONE (GIDEON'S CHARIOTS). Come già anticipato da RID, il lancio dell’operazione è avvenuto immediatamente dopo la conclusione del viaggio del Presidente Trump in Medioriente. Un timing tutt’altro che casuale: Netanyahu ha evitato qualsiasi interferenza con la “missione” di Washington, focalizzata sugli affari con le ricche Monarchie del Golfo, in particolare Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.
Entrando nel merito dell’Operazione, per preparare il terreno all’ingresso delle forze di terra – come da spartito – durante la scorsa settimana l’Aviazione Israeliana ha condotto pesanti bombardamenti – principalmente con caccia ed elicotteri, e impiegando i consueti droni per la ricognizione e la sorveglianza – contro circa 670 obiettivi in tutta la Striscia. Oltre alla “bonifica” del terreno effettuata per permettere l’ingresso di uomini e mezzi, i raid hanno colpito anche l’infrastruttura tattico-operativa e organizzativa di Hamas (o quel che ne resta), tra cui centri di comando e di stoccaggio, depositi di armi e siti di lancio di razzi. Al momento, le forze israeliane sono penetrate nella Striscia da 3 punti (da tutti e 3 i settori: nord, sud e centro) presumibilmente sfruttando la zona cuscinetto istituita lungo l’intero confine.
Per il momento, è ancora troppo presto per valutare con precisione la dimensione e la portata dell’operazione, così come i tempi che Tel Aviv impiegherà per raggiungere il proprio obiettivo dichiarato: distruggere Hamas e mantenere un controllo duraturo sulla Striscia. Va ricordato, infatti, che anche dopo un anno e mezzo di guerra – esclusa la tregua – Israele non è mai riuscito a eliminare del tutto l’attività dei miliziani palestinesi, nemmeno nelle aree che le IDF ritenevano completamente sotto il loro controllo. Vediamo che succede questa volta...
L'analisi completa, con ulteriori dettagli e approfondimenti, sarà pubblicata Risk&Strategy WEEKLY 17/25, in uscita venerdì.
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