RIVISTA ITALIANA DIFESA
Terrorismo: attacco globale 26/06/2015 | Pietro Batacchi

Il terrorismo è tornato a colpire con rinnovato clamore. Prima in Francia, dove un commando di 2 uomini a bordo di un auto ha fatto esplodere delle bombole in una centrale del gas vicino Lione e decapitato una persona, in Kuwait, dove un kamikaze si è fatto esplodere in una Moschea sciita uccidendo 16 persone, e poi di nuovo in Tunisia dove sono stati attaccati 2 resort di lusso a Sousse, nel Golfo di Hammamet. Il bilancio in questo caso parla di almeno 30 vittime. Non è chiaro se in paritcolare gli episodi di Lione e Sousse siano collegati, sicuramente, però, il timing e la quasi contemporaneità desta sospetti, mentre la dinamica dell'attacco in Kuwait è quella del settarismo sciiti-sunniti che da sempre agita (anche) la penisola arabica. Del resto, Francia e Tunisia sono da mesi nel mirino di ISIS e gruppi qaedisti dopo gli attacchi di Parigi ed al Museo Bardo. La Francia, come tutti i Paesi europei, si trova di fronte alla minaccia dei cosiddetti foreign fighters. Ad oggi si calcola che un migliaio di cittadini francesi siano partiti per combattere in Iraq, Siria, Libia e Mali, tra le fila di gruppi jihadisti quali ISIL, al-Nusra, Ansar al-Sharia o Ansar al-Dine. Di questi, 2-300 sarebbero rientrati in Patria ed alcuni di essi sarebbero molto pericolosi tanto è vero che dopo gli attacchi di Parigi la Francia è un Paese che vive blindato. Più in generale, il problema dei foreign fighters è lungi dall'essere risolto nonostante le misure prese di recente dalla gran parte dei governi europei. La Tunisia è un altro Paese oggi in prima linea. Il Paese è fragile ed è esposto all'instabilità che emana dalla vicina Libia e dal Sahel. Una parte significativa del sud e dell'ovest è in mano ai gruppi terroristici ed è impiegata come corridoio per il traffico di armi ed il passaggio di miliziani dalla Libia all’Algeria, fino al nord del Mali. Gli sforzi congiunti compiuti negli ultimi mesi assieme all'Algeria sembrano non bastare. Da diversi mesi, inoltre, in Tunisia si stanno infiltrando anche elementi di ISIS provenienti dalla Libia. Sarebbero almeno già 3/400 gli adepti del Califfato in Tunisia che stanno intensificando le attività propagandistiche, soprattutto tra le insoddisfatte giovani generazioni, tentando di replicare esattamente la strategia già attuata con successo in Libia per favorire scissioni nei gruppi qaedisti come Ansar al-Sharia Tunisia e la Uqba ibn Nafi Brigade. Anzi, secondo alcune fonti quest'ultima avrebbe da tempo giurato la propria fedeltà ad Al Baghdadi, mentre la prima . Il problema della stabilità del Nordafrica si ripropone, pertanto, in tutta la sua attuale drammaticità, e non solo per la questione dell'immigrazione.

 

 

 

 


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