
Pochi giorni fa John Summers, il Direttore dei programmi di Global Ordnance, uno dei più grandi fornitori di proietti d’artiglieria da 155 mm e 152 mm (e altri calibri ex-Patto di Varsavia, come il 122 mm), ha rilasciato un’intervista a TWZ (The War Zone), in cui ha evidenziato un problema rilevante, ossia la scarsità di trinitrotoluene (TNT) necessario per la produzione degli esplosivi nelle testate dei proietti.
Ad aggravare la situazione è anche la domanda di TNT da parte delle società minerarie e il prezzo crescente del materiale, quadruplicato negli ultimi anni e che, come affermato dallo stesso Summers, si aggira intorno ai 45 dollari al kg per i clienti del Governo statunitense. Quindi, se si considera che un proietto da 155 mm contiene circa 10 kg di TNT, produrne una singola quantità richiederebbe 450 dollari di TNT.
I conflitti in corso in Ucraina e in Medioriente stanno diminuendo drasticamente la quantità di questo materiale. Gli USA non producono TNT da decenni, precisamente dal 1986, e le poche fabbriche in Europa non sono sufficienti per far fronte alla domanda sempre più crescente di munizioni.
Dal 2020 al 2022, Global Ordnance ha trasferito 2.000 t di TNT negli Stati Uniti, sia per il Governo statunitense che per le vendite commerciali, grazie a un contratto di approvvigionamento con Zarya, una fabbrica localizzata a Lugansk in Ucraina. Adesso, con la Guerra in Ucraina, questa catena di approvvigionamento è venuta meno e l’unica alternativa è andare a ricercare il materiale in altri Paesi, nonostante l’intenzione degli USA di costruire un impianto di produzione di TNT in Kentucky per far fronte al loro fabbisogno commerciale di circa 2 milioni di t.
Costruire una fabbrica è molto oneroso in termini di impatto ambientale, quindi per molte aziende nell’ambito della difesa risulta molto più conveniente reperire il materiale altrove, piuttosto che investire nella produzione di TNT. Proprio per questa ragione sarebbe interessante capire perché gli USA abbiano deciso di riportare la produzione in Patria adesso.
Secondo quanto riportato da Douglas Bush, Assistente Segretario dell’Esercito per le Acquisizioni, la Logistica e la Tecnologia, e dal Maggiore Generale John T. Reim, Responsabile Esecutivo del Programma Congiunto per gli Armamenti e le Munizioni, l’intento sarebbe quello di controllare e proteggere la catena di approvvigionamento in un’epoca di sfide globali crescenti, al fine di fabbricare rapidamente un grosso quantitativo di munizionamento sia per le Forze Armate americane che per i partner internazionali. La costruzione della nuova fabbrica, quindi, avrebbe una grande importanza strategica per gli USA.
Tuttavia, il problema non riguarda solo il TNT, ma anche, e soprattutto, la nitrocellulosa, fondamentale per produrre i propellenti per tutti i tipi di proietti. Nonostante la nitrocellulosa sia più semplice da realizzare, le quantità prodotte non soddisfano la domanda.
Attualmente, il più grande produttore di TNT e nitrocellulosa è la Cina, che i Paesi NATO escludono come possibile partner. La Russia, invece, non ha problemi a rifornirsi da aziende cinesi. Secondo quanto riportato da Defense Express, nel 2023 la Russia ha acquistato dalla Cina oltre 1.300 t di nitrocellulosa.
Visto il proseguimento del conflitto in Ucraina, è necessario capire come la NATO intenda fornire in tempi brevi i 3 milioni di proietti che, come dichiarato domenica 4 maggio a Praga, in occasione di una visita ufficiale in Repubblica Ceca, il Presidente Zelensky si aspetta nel corso del 2025.
Forse è proprio per questo motivo che gli USA hanno deciso di investire nuovamente nella produzione locale di TNT. Bisogna notare, infatti, che le aziende della difesa occidentali si sono specializzate sempre di più nella produzione di proietti con esplosivo insensibile o più performante del TNT. Quest’ultimo, però, rimane il materiale più economico e quindi più adatto alla fabbricazione di un elevato numero di proietti in tempi brevi, come richiesto dalle attuali contingenze.
L’Europa mira ad aumentare la fabbricazione di propellenti e di proietti. In particolare, Rheinmetall intende incrementare la capacità produttiva di polveri del 50% entro il 2028, ma non è sufficiente. Per soddisfare la domanda, infatti, secondo l’Amministratore Delegato di Rheinmetall, Armin Papperger, bisognerebbe raddoppiare la produzione portandola da 10.000 t a oltre 20.000 t annue.
L’UE ha adottato il Regolamento 2023/1525 ASAP (Atto di Supporto alla Produzione di Munizioni), che mobilita 500 milioni di euro per accrescere la disponibilità di munizioni d’artiglieria (e di missili) e raggiungere così l’obiettivo di realizzare 2 milioni di proietti nel 2025.
Queste iniziative, però, dovrebbero essere accompagnate da una catena di approvvigionamento di TNT e nitrocellulosa solida, in grado di sostenere l’aumento della produzione; altrimenti, il problema attuale della carenza delle materie prime rimarrà invariato.
Escludendo la Cina dalla catena di approvvigionamento di TNT e di nitrocellulosa, la sfida primaria per i Paesi NATO sarà quella di decidere se investire nella costruzione di fabbriche locali, anche se, come già accennato, si tratta di una soluzione difficilmente applicabile, soprattutto nel breve periodo; oppure se concentrarsi sull’individuare dei partner esteri affidabili ed efficaci.
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