
Oggi, 9 maggio 2025, il Consiglio dei Ministri – su proposta del Ministro della Difesa, On. Guido Crosetto – ha approvato la nomina del nuovo Direttore Nazionale degli Armamenti, Ammiraglio di Squadra Giacinto Ottaviani, e del nuovo Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, Generale di Squadra Aerea Antonio Conserva.
La nomina dell’Ammiraglio Ottaviani giunge a distanza di ben 8 mesi dalla nomina del precedente Direttore, Generale di Corpo d’Armata Luciano Portolano, a Capo di Stato Maggiore della Difesa. Il Generale Conserva subentra invece al Generale di Squadra Aerea Luca Goretti.
Proprio oggi, tra l’altro, abbiamo avuto l’opportunità di assistere all’ultimo intervento pubblico del Generale Goretti, in occasione della sessione conclusiva dell’Aerospace Power Conference, tenutasi l’8 e 9 maggio presso il centro congressi La Nuvola. Ne approfittiamo, dunque, per riflettere sui principali spunti emersi e sulle indicazioni strategiche “lanciate” dal Generale Goretti.
Nel suo intervento, breve ma denso di contenuti, il Generale ha tracciato alcune traiettorie fondamentali per il futuro della Difesa. Goretti ha richiamato l’attenzione su uno scenario geostrategico internazionale definito “drammatico” dal Ministro Crosetto, caratterizzato da tensioni crescenti, dinamiche di escalation e da una competizione globale sempre più intensa e frammentata. Un mondo “multipolare”, diciamo noi, in cui nuovi attori regionali e globali emergono con crescente assertività.
In questo contesto, il Generale Goretti ha ribadito come la missione delle Forze Armate non sia quella di cercare la guerra. Al contrario, ha sottolineato che proprio i militari sono i primi a non voler entrare in conflitto, consapevoli del prezzo altissimo che sarebbero chiamati a pagare (concetto che, a nostro avviso, viene spesso invece ribaltato). La vera sfida, oggi, è mantenere la pace, e per farlo servono unità, interoperabilità e condivisione efficace delle informazioni tra alleati.
Goretti ha inoltre evidenziato l’importanza di un rapporto solido e trasparente con l’industria nazionale: un dialogo “franco” per definire con chiarezza i requisiti operativi, così da permettere al sistema industriale di fornire soluzioni tecnologiche all’altezza delle esigenze operative, capaci di preparare le Forze Armate a fronteggiare qualsiasi scenario.
Non meno cruciale, ha aggiunto Goretti, è la formazione della classe dirigente del futuro, non solo all’interno delle Forze Armate, ma anche nel mondo della tecnologia e delle istituzioni. Si tratta di una responsabilità strategica che lo Stato deve assumersi con lungimiranza, perché solo investendo sul capitale umano si possono costruire le basi per un sistema difensivo moderno, resiliente e competitivo.
Il Generale ha quindi sottolineato come il mantenimento della pace, in un mondo in cui la democrazia è sempre più minacciata e sottoposta a continue pressioni, debba passare attraverso vie nuove e più solide: rafforzare i legami tra amici e alleati, cooperare su programmi comuni, condividere tecnologia e capacità industriali. Perché “laddove si costruisce insieme, laddove si investe in una visione condivisa, il rischio di conflitto si riduce drasticamente”.
In quest’ottica, Goretti ha citato il programma GCAP (Global Combat Air Programme) come esempio emblematico di cooperazione avanzata e virtuosa: un’iniziativa che si distingue per il modello innovativo di governance, per la natura paritetica della partnership industriale e per il pieno coinvolgimento dell’industria nazionale. Un progetto strategico non solo per le sue ricadute tecnologiche e operative, ma anche per la scelta lungimirante di estendere la cooperazione al Giappone, alla luce della crescente centralità della regione Indo-Pacifica sul piano militare e strategico.
Il futuro della Difesa, ha concluso Goretti, non si gioca soltanto sulla capacità di deterrenza, ma soprattutto sulla capacità di costruire ponti e rafforzare le alleanze. In un mondo sempre più complesso e pericoloso, il vero sforzo sarà lavorare, con determinazione e visione, per mantenere la pace. Una pace che non è mai scontata e che, oggi più che mai, richiede impegno e responsabilità.
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