
La portaerei USS HARRY S. TRUMAN (CVN-75), ottava unità della classe NIMITZ, è impegnata continuativamente nel Mar Rosso dal 14 dicembre 2024 (Operazione PROSPERITY GUARDIAN), per far fronte alla minaccia portata dagli attacchi degli Houthi contro il traffico mercantile e contro il territorio israeliano utilizzando centinaia di droni a lungo raggio e di missili balistici. Qualcuno ha soprannominato l’operazione “The Truman Show”.
Questa missione, pur nella sua efficacia, visto che, secondo quanto affermato dal Presidente Trump, i bombardamenti sullo Yemen sembrano aver convinto gli Houthi a sospendere gli attacchi, ha sofferto una serie impressionante di incidenti. Il 22 dicembre un F/A-18F SUPER HORNET biposto è stato abbattuto per errore da un missile lanciato dall’incrociatore USS GETTYSBURG di scorta alla portaerei. L’equipaggio si è fortunosamente salvato. Il 12 febbraio, mentre la portaerei incrociava in Mediterraneo, nelle vicinanze di Porto Said, è entrata in collisione con un mercantile battente bandiera panamense. Poco dopo, al termine di un’inchiesta, il Comandante della TRUMAN, Capitano di Vascello Dave Snowden, è stato rimosso.
Nel mese di marzo, la TRUMAN ha lanciato ben 47 attacchi aerei contro obiettivi nello Yemen, subendo 3 distinti attacchi come ritorsione (dal 15 al 17 marzo), con missili da crociera, missili balistici (antinave?) e droni d’attacco. Nessun missile ha neppure mai sfiorato la nave e gli Americani hanno affermato che talvolta gli attacchi hanno mancato l’obiettivo per decine di miglia. Il 28 aprile, invece, è stato annunciato che un missile si stava dirigendo verso la portaerei, che ha quindi iniziato una manovra evasiva. Non è chiaro se si sia trattato di una manovra a zig-zag ad alta velocità, come riportato da alcune fonti (cosa che sarebbe assurda, utile forse durante un combattimento stile 2a Guerra Mondiale, non in uno scontro odierno), o di un repentino cambio di rotta per allontanarsi dal punto stimato di impatto.
Quel che invece è certo è che questa brusca accostata ha provocato la perdita di un F/A-18E SUPER HORNET monoposto che in quel momento veniva rimorchiato in hangar. L’aereo e il trattore sono caduti in mare, e il marinaio che guidava il mezzo è riuscito fortunosamente a salvarsi gettandosi fuori subito prima della caduta. Infine, il 6 maggio, un altro F/A-18F SUPER HORNET è stato perso durante la fase di appontaggio. Inizialmente si era parlato dell’effetto di un’altra manovra di emergenza che aveva causato l’improvvisa “assenza” del ponte mentre il caccia stava per appontare. In un secondo tempo, invece, fonti ufficiali hanno affermato che l’areo non è riuscito ad agganciarsi ai cavi d’arresto finendo quindi “lungo” e cadendo in mare. Non è chiaro se non abbia funzionato il cavo d’arresto o se il gancio di coda non sia riuscito ad agganciarsi al cavo stesso.
Fatto sta che comunque l’equipaggio è riuscito ad eiettarsi ed è stato salvato da un elicottero MH-60S, riportando solo qualche ferita. In effetti, 4 incidenti, con la perdita di 3 aerei, nel giro di meno di 5 mesi, rappresentano un record negativo e, di certo, il teatro operativo in questione non è esattamente dei più rilassati, con un profilo di minaccia che mezzi e marinai non avevano affrontato negli ultimi 30 anni. Bisogna anche ricordare che la nave nel 2019 era stata selezionata per un ritiro anticipato dal servizio, allo scopo di evitare il costo del rifornimento di combustibile nucleare, e che aveva subito diverse avarie importanti all’impianto elettrico, che ne avevano causato la temporanea indisponibilità per un rischieramento operativo pianificato. Inoltre, già nel luglio 2022, un F/A18E SUPER HORNET era caduto in mare in Mediterraneo, a causa del maltempo incontrato durante un rifornimento in mare. Per ora, il Truman Show continua…
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