RIVISTA ITALIANA DIFESA
India-Pakistan: notte di guerra. Abbattuti almeno 4 caccia indiani 07/05/2025 | Pietro Batacchi

Il confronto tra India e Pakistan sta degenerando in guerra aperta. Dopo settimane di tensione e schermaglie, seguite all’attacco terroristico che ha portato alla morte di 26 civili a Pahalgam, nella parte del Kashmir amministrata dall’India, Nuova Delhi stanotte ha lanciato una serie di attacchi contro le infrastrutture dei gruppi ritenuti responsabili dell’attacco.

Secondo la Difesa indiana, l’Operazione, denominata SINDOOR, ha coinvolto Esercito, Aeronautica e Marina con una serie di strike missilistici che hanno colpito 9 siti – campi di addestramento e centri logistici – appartenenti in gran parte a Lashkar-e-Taiba (LeT) e Jaish-e-Mohammed (JeM), i 2 più importanti gruppi dell’insorgenza separatista kashmira, e situati tanto nel Kashmir amministrato dal Pakistan, Azad-Kashmir, quanto nello stesso Punjab pakistano. La Difesa indiana ha precisato immediatamente che si è trattato di un attacco limitato e circoscritto ad obiettivi terroristici, non mirato obiettivi delle FA pakistane, e di natura, dunque, de-escalatoria; Nuova Delhi ha voluto così subito segnalare il proprio “self-restraint” rispetto alla possibilità di escalation. Proprio a questo proposito segnaliamo che il leader di JeM, Masood Azhar, ha affermato che 10 membri della sua famiglia e altre 4 persone a lui prossime sono rimaste uccise nell’attacco aereo che ha colpito la sua residenza a Bahawalpur, nel Punjab.

Non si hanno dettagli sulle modalità dell’attacco, ma, a quanto pare, i caccia indiani hanno lanciato dal proprio spazio aereo, impiegando presumibilmente missili standoff aria-superficie SCALP-EG e Kh-59MK2, e bombe con kit di precisione a raggio esteso AASM HAMMER. L’Esercito Indiano, invece, potrebbe aver impiegato i missili balistici tattici PRAHAAR, o la variante lanciabile da terra del missile da crociera pesante supersonico BRAHMOS, di sicuro è confermato l'impiego di loitering munitions pesanti HAROP, mentre resta da chiarire il ruolo della Marina. Ricordiamo, però, che quest’ultima nel gennaio 2024 ha testato il BRAHMOS ad un range di ben 900 km, distanza che potrebbe essere compatibile quella tra le eventuali aree di lancio nelle acque territoriali indiane (il BRAHMOS può essere lanciato da tutte le principali unità della Marina Indiana) e alcune delle basi terroristiche colpite.

Il Pakistan, nonostante le “rassicurazioni” dell’India, ha risposto immediatamente, anche perché l’attacco è stato vasto nella portata, interessando anche il Punjab, e ha causato, secondo fonti di Islamabad, la morte di diversi civili. Le FA di Islamabad hanno impiegato intensamente l'artiglieria tutta la notte per colpire le postazioni dell’Esercito Indiano lungo la LOC, mentre alcune fonti, impossibili da confermare, hanno parlato anche di lancio di missili contro basi delle FA indiane. Ricordiamo che l’Esercito Pakistano ha in dotazione sia missili balistici tattici della serie HATF – HATF-1/2 – sia il temibile missile da crociera BABUR. La cosa certa al momento è che l’Operazione SINDOOR ha visto la perdita accertata di almeno 4 caccia dell’Aeronautica Indiana: 2 RAFALE, un MIRAGE-2000 e un Su-30 MKI; 3 sul territorio del Kashmir amministrato dall’India, Jammu & Kashmir, e uno sul territorio del Punjab indiano. I velivoli potrebbero essere stati abbattuti dai sistemi contraerei a lungo raggio HQ-9 o dai sistemi a medio raggio HQ-16, di fabbricazione cinese, in dotazione alle FA pakistane, o dai missili, sempre di fabbricazione cinese, aria-aria a lungo raggio PL-15 lanciati dai caccia JF-17 o J-10 dell’Aeronautica Pakistana. Ma non è da eslcudere l'avaria, considerando il cronico, disastroso, stato di manutenzione e prontezza degli aerei indiani. 

Al di là, dunque, degli obbiettivi raggiunti dall’Operazione SINDOOR, il costo per l’Aeronautica Indiana è stato molto, troppo, alto. A questo punto, non è da escludere un’ulteriore escalation tra le 2 potenze nucleari.

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